L’imballaggio riprende quota
Dopo un biennio non particolarmente brillante, il 2013 per il settore dell’imballaggio è stato, a livello europeo, una boccata d’ossigeno non indifferente. Da qui le previsioni fatte pochi giorni fa dall’osservatorio dell’Emballage 2013 che vedono per i prodotti imballati, imballaggi e macchine per l’imballaggio e il confezionamento un 2014 con buone prospettive.
Le principali sfide del 2014
La riduzione dei costi è il leitmotiv di questo settore. Riduzione che si traduce in primo luogo nell’utilizzo di materiali riciclati, nell’eliminazione degli imballaggi in eccesso e l’ottimizzazione per l’Intralogistica. Alla ricerca dell’azzeramento dei rifiuti, ottimizzando il prelievo di materie prime e di energie lungo tutto il ciclo di vita, gestendo al meglio i circuiti. Prima delle feste di fine anno, l’insieme della filiera (buyer, fabbricanti e distributori) – intervistata nell’ambito dell’Osservatorio dell’Imballaggio 2013 – presenta un bilancio dell’anno trascorso e annuncia i diversi assi di sviluppo e le prospettive per il 2014-2016.
La fiera di settore
Un biennio contrassegnato anche dalla presenza di due saloni molto importanti per il settore: Emballage e Manutention, dal 17 al 20 novembre 2014, presso il quartiere espositivo di Paris Nord Villepinte. Lo svolgimento congiunto dei due saloni fa eco alle mutazioni di questi settori: avvicinamento delle professioni del Packaging – Processing – Printing – Handling per proporre un’offerta completa, riflesso di tutta la filiera.
La frontiera tra questi 4 ambiti professionali infatti si sta assottigliando e le aziende che fanno parte di questi settori lavorano sempre più in sinergia, gestendo in maniera ottimizzata tutta la catena produttiva e il ciclo di vita del singolo prodotto. E questo permetterà loro tra l’altro di gestire tutta la catena produttiva e anche il ciclo di vita del prodotto.
Per 4 giorni, Parigi riunirà i decision maker mondiali e sarà, grazie a questi due saloni, l’appuntamento incontestabile dell’innovazione!», commenta Véronique SESTRIERES Direttrice del Polo Manufacturing & Transports e dei saloni EMBALLAGE e MANUTENTION.
L’analisi di Frost & Sullivan
Già nel giugno scorso i dati a livello europeo lasciavano intendere il cambio di rotta nel settore dell’imballaggio. Frost & Sullivan già sei mesi fa avevano posto l’attenzione sui mercati scandinavi, dell’Europa dell’Est e del Regno Unito, tutti in forte espansione.
Nell’analisi di Frost & Sullivan, intitolata Analysis of the European Packaging Machinery Market, c’erano già i segnali di una buona ripresa: un mercato dell’imballaggio, nel nostro continente, con entrate per oltre 12,62 miliardi di dollari nel 2012 e una stima di crescita a quota 14,63 miliardi di dollari entro il 2016.
La ricerca riguardava diverse tipologie di macchinari (riempimento, chiusura, avvolgimento ecc.) per prodotti chimici e petrolchimici, food & beverage, farmaceutici, dolciari e tabacco, da toilette e cosmetici. Alla base di questi numeri alcuni cambiamenti demografici che si stanno verificando in Europa.
Ad esempio l’invecchiamento della popolazione e la crescita del numero dei piccoli nuclei familiari; fenomeno che aumenta la necessità di confezioni monodose, portando gli utenti finali dei diversi settori a interessarsi a linee di produzione e macchinari per imballaggio specializzati.
“L’intensa competizione e la congiuntura economica sfavorevole hanno costretto le industrie in tutta Europa a ottimizzare i propri processi produttivi e diminuire i costi operativi“, aveva detto nel giugno scorso Sivakumar Narayanaswamy, Industrial Automation and Process Control Research Manager di Frost & Sullivan. “I macchinari per l’automazione dell’imballaggio che eliminano la manodopera, producono meno rifiuti e aumentano la produttività, pertanto, stanno diventando ampiamente accettati.”
Da questo punto di vista Italia, Germania e Francia sono già ben equipaggiate ed è probabile che effettuino ordini limitati di questi macchinari per imballaggio avanzati.
“I fornitori di macchinari devono concentrarsi sulle regioni che non sono state colpite dalla crisi economica“, aveva concluso Narayanaswamy. “I mercati di Scandinavia, Europa centrale e orientale e Regno Unito offriranno il più alto potenziale di adozione grazie alla stabilità dell’economia e della crescita degli utenti finali.”