Sviluppare l’inkjet è il cuore del nostro business
Dopo aver parlato di inchiostri inkjet a livello generale, focalizziamo l’attenzione su Fujifilm, uno dei grandi produttori globali di inchiostri. L’esperienza della società nell’arte degli inchiostri affonda le sue radici nel secolo scorso, alla fondazione di Sericol nel 1950. L’azienda inglese, pioniera degli inchiostri inkjet, lancia il primo UV digitale nel 1999, sei anni prima di confluire in Fujifilm e di assumere l’attuale denominazione di Fujifilm Speciality Ink Systems. La fusione porta, nel 2007, al lancio della serie Onset, stampanti flatbed per il grande formato a tecnologia inkjet. Le nuove macchine si dimostrano un notevole successo, con forte impatto sul mercato al punto da guadagnarsi un prestigioso Queen’s Awards for Enterprise.
I costanti investimenti – 5 milioni di euro solo nel 2013 – sono parte integrante del costante lavoro che Fujifilm mette in campo per restare in prima linea nello sviluppo della tecnologia inkjet e per tenere fede a uno dei suoi claim: “Noi l’abbiamo lanciata, noi la guideremo (We launched it: we’ll lead it)”.
Sviluppare inchiostri inkjet ad alte performance
Messi in luce decenni di esperienza con questo piccolo quadro storico, andiamo a concentrarci su alcuni dei punti di forza degli inchiostri sviluppati da Fujifilm. Abbiamo già detto quanto importante sia riuscire a trovare la corretta miscela di pigmento, per far sì che il gamut sia il più ampio possibile e che l’inchiostro resti viscoso nel tempo. Quest’ultimo aspetto è tutt’altro che secondario, dato che le particelle tendono naturalmente a coagularsi. La risposta di Fujifilm a questo problema si chiama Micro-V, una tecnologia proprietaria che non solo rende le singole particelle piccole a sufficienza da passare attraverso gli ugelli delle teste di stampa, ma li mantiene tali. Le singole particelle vengono ricoperte di una patina che funge da repellente contrastandone la coagulazione.
Un’altra caratteristica importante è l’adattabilità degli inchiostri a specifiche lavorazioni. I chimici Fujifilm combinano le loro conoscenze sulla natura degli inchiostri con i risultati ottenuti con diversi supporti, studiandone le proprietà adesive, di flessibilità e affidabilità; questo permette di trovare il giusto mix per ottenere un inchiostro che sia tagliato su misura per determinati lavori di stampa. Ad esempio le caratteristiche di un inchiostro destinato a lavorazioni d’interni saranno differenti da uno per esterni dato che il secondo necessita una resistenza agli agenti atmosferici superiore al primo.
L’eccellenza di un inchiostro viene valutata anche in base a come si comporta in lavorazione. Non tutte le miscele funzionano allo stesso modo con la medesima testa di stampa e non tutte le teste di stampa danno identici risultati con il medesimo inchiostro. Una singola goccia che cade un micron troppo a sinistra è un errore praticamente impossibile da identificare, un miliardo di gocce al secondo che lo fanno risultano in un lavoro di stampa da dover rifare. Per questo ogni singola goccia è in realtà importante e ogni inchiostro viene sottoposto a test accurati.
Uvijet KV
L’ultimo nato nella grande famiglia di inchiostri inkjet di Fujifilm è Uvijet KV, annunciato ufficialmente a marzo 2014. Si tratta di un inchiostro inkjet a polimerizzazione UV (UV-cured) termoformabile destinato ad applicazioni per l’industria ed è studiato per essere usato dalle flatbed della serie Acuity Advance Select. Una volta completata la stampa su una lastra in materiale plastico, questa viene rimossa e adagiata su uno stampo, dove viene scaldata per adattarsi alla sagoma di quest’ultimo, e infine raffreddata. Durante il processo di riscaldamento, l’inchiostro vanta straordinarie proprietà di allungamento (del 300-400%), per poi tornare al suo stato “normale” una volta raffreddato.
Un’inkjet a tutto tondo
Un aspetto da non scordare nella costruzione dell’esperienza Fujifilm nel campo della tecnologia inkjet è che questa non si limita certo ai soli inchiostri. L’azienda occupa ruoli importanti anche nello sviluppo delle macchine e delle teste di stampa, potendo vantare pertanto un’offerta inkjet ampia e articolata. Abbiamo chiesto a Elio Ramponi, Graphic Systems Business Domain Manager di Fujifilm Italia, qual è la visione del mercato italiano in questo momento.
“Come gli altri mercati europei, anche il mercato italiano è in trasformazione. I nuovi media digitali prendono spazio diversificando ed ampliando le modalità di fruizione dell’informazione a scapito dei mezzi tradizionali. Come conseguenza la stampa commerciale e dell’informazione perdono terreno a favore della stampa digitale che non solo è una tecnologia ideale per realizzare basse tirature, ma permette anche di creare prodotti unici ed estremamente personalizzati. Per esempio, il grande formato inkjet, la stampa digitale high end, offrono soluzioni che non solo riguardano il campo della stampa convenzionale ma anche il packaging cartotecnico e flessibile, i materiali pubblicitari, i materiali per il punto vendita e le maxi-affissioni. Dai dati di mercato emerge che gli investimenti in macchine digitali equivalgono a quelli in macchine tradizionali e che il comparto dell’imballaggio sta vivendo un momento positivo dato che le importazioni di macchine per la cartotecnica sono in crescita.”
di Federico Zecchini