Fujifilm e il packaging: idee, prospettive ed opportunità di business
Una chiacchierata sulle tendenze in atto nel mondo dell’imballaggio con Gaspare Bugli, Business Manager Wide Format Division Fujifilm Europe, e Ignazio Binetti, Digital Print and Wide Format consultant, Fujifilm Italia.
Come si inserisce oggi il packaging all’interno del vasto panorama dell’industria della stampa? Pensate che sia un settore sano e in crescita?
Il comparto dell’imballaggio sta vivendo un momento positivo rispetto al commercial print e all’editoria nel suo complesso, dove la contrazione dei margini di guadagno e la concorrenza dei media digitali si sta facendo particolarmente sentire. Confezioni, scatole e astucci sono contenitori necessari e apprezzati; parliamo non solo di involucri per racchiudere e trasportare oggetti, cibi e bevande, ma anche di efficaci strumenti di promozione per catturare l’attenzione dei consumatori.
Laddove TV, Internet, smartphone e tablet stanno trasformando e ampliando le modalità di fruizione dell’informazione, il packaging rimane un’applicazione prettamente concreta, di cui è opportuno fare esperienza in modo tattile e visivo per coglierne appieno il valore. Questo si traduce naturalmente in ottime potenzialità di investimento e crescita per stampatori e cartotecniche.
Quali sono le principali tendenze in atto nel mondo del packaging?
Responsabili marketing e brand owner sono mossi dalla necessità di far emergere il proprio marchio, renderlo unico e memorabile. Il packaging gioca un ruolo chiave in tale processo perché permette di produrre contenitori accattivanti, che spiccano sul punto vendita e inducono all’acquisto. Creativi e grandi brand hanno colto tale opportunità e sono costantemente alla ricerca di tecniche e materiali inediti per raggiungere quella varietà nel messaggio di comunicazione che può favorire le vendite.
Un altro aspetto cruciale è la crescente diminuzione delle tirature, dettata da un cambiamento dei costumi e da mutate strategie di marketing. I brand variano di frequente le proprie linee di prodotto, e anche il loro aspetto, per mantenere elevati e costanti la domanda e l’interesse da parte dei consumatori. Di conseguenza producono meno pezzi. Al tempo stesso, logistica, stoccaggio e smaltimento rappresentano una voce di costo significativo e dover gestire un alto numero di pezzi invenduti può incidere notevolmente sul conto economico complessivo di un’azienda.
La domanda di basse tirature ci porta a prendere in considerazione la stampa digitale. Come si posiziona oggi questa tecnologia nell’universo del packaging? Pensate che le sue peculiarità siano pienamente comprese e sfruttate?
Stiamo vivendo un periodo simile a quanto è accaduto negli anni ’90 quando la stampa digitale ha fatto il suo ingresso nel mondo delle arti grafiche e “turbato” serigrafie e stampatori convenzionali. Diffidenza e scarsa conoscenza della tecnologia e dei relativi vantaggi sono attualmente le reazioni più comuni. E’ necessario un cambiamento di mentalità ma è un processo che richiede tempo, sensibilità e pazienza; tuttavia, è importante che cartotecniche e stampatori non siano chiusi a priori ma disponibili ad approfondire l’innovazione tecnologica che la stampa digitale può portare al loro business.
Alla luce di tale affermazione, possiamo chiarire e ribadire quali sono le caratteristiche salienti della stampa digitale che possono favorire anche il comparto dell’imballaggio?
La stampa digitale non ha costi di avviamento e consente di produrre, per esempio, da 1 a 1000 pezzi senza problemi e a costi competitivi. Non solo è una tecnologia ideale per realizzare basse tirature, ma permette anche di creare prodotti unici ed estremamente personalizzati. L’utilizzo dei dati variabili si rivela efficace per una comunicazione one-to-one che ha maggiori opportunità di conquistare il potenziale acquirente. Basti pensare al successo della campagna di una nota bevanda lanciata la scorsa estate in cui le confezioni sono state personalizzate con differenti nomi ed a una simile campagna realizzata di recente da un noto brand italiano. La stampa digitale è oggi la risposta tecnologica migliore ai trend di mercato e alle necessità di marketing e comunicazione di creativi e brand owner.
Quali sono le tecniche e gli strumenti che possono ulteriormente supportare la promozione del packaging sul punto vendita?
In primo luogo è opportuno spingere l’acceleratore sulla sperimentazione, a cominciare dai materiali. L’imballaggio non è più sinonimo esclusivo di cartone, ma anche supporti plastici, alluminio e plexiglass, solo per fare alcuni esempi, sono sempre più richiesti e utilizzati. “Packaging” è inoltre un termine dai molteplici significati, in quanto contraddistingue tanto astucci e piccole confezioni quanto POP e display. In tale ambito è frequente l’integrazione di video, applicazioni 3D e interattive all’interno del vero e proprio espositore, e tale tendenza si sta gradualmente diffondendo anche nella produzione di scatole e contenitori di dimensioni più contenute. Ancora una volta, l’orientamento alla differenziazione e la giusta combinazione di tecniche e materiali tradizionali e digitali può portare fornitori di servizi stampati e committenti alla distinzione e al raggiungimento di ambiziosi obiettivi di business.
Soffermiamoci su ciò che Fujifilm offre agli operatori del comparto dell’imballaggio. Potete spiegare i valori, segmenti di mercato e obiettivi che intendete raggiungere con i differenti dispositivi proposti?
Dalla prototipazione alla vera a propria produzione di packaging e display, passando per l’imballaggio flessibile, siamo orgogliosi di vantare oggi un portafoglio diversificato e competitivo.
Nella fascia entry level citiamo Acuity LED 1600, la stampante ink-jet UV-curable di grande formato ideale per creare protototipi di confezioni accattivanti grazie alla stampa ad otto colori, comprensivi di bianco e vernice trasparente. Tale soluzione è ideale per stampatori che desiderano realizzare piccole tirature o sottoporre a creativi e committtenti sample di prodotto prima di avviare la produzione di un maggiore numero di pezzi su altri dispositivi.
All’interno delle 20 configurazioni facenti parte della piattaforma Inca Onset, invece, distinguiamo due prodotti particolarmente indicati per il mondo del pack & display. Si tratta di Inca Onset Q40i, il dispositivo flatbed che unisce una qualità di stampa offset ad una produttività elevata, e della nuovissima Inca OnsetS50i, che tocca i 725 m2/ora e si avvale di inchiostri in grado di stampare su una vasta gamma di supporti rigidi e flessibili. Inoltre, entrambi i modelli possono essere affiancati da un avanzato sistema di caricamento e scaricamento automatico dei materiali che accresce notevolmente la produttività e l’efficienza produttiva.
Infine, vale la pena ricordare che Fujifilm, in collaborazione con FFEI, ha messo a punto di recente la stampante digitale a getto di inchiostro Graphium per la produzione di etichette, packaging e stampe speciali in piccole tirature su materiali come polietilene, polipropilene, PVC e carta.
Al di là delle singole tecnologie, cosa rende Fujifilm un’azienda globalmente competitiva nel mondo del pack?
Cartotecniche, converter e stampatori di imballaggio sono alla ricerca di un ottimo compromesso tra qualita e produttività, costi competitivi degli inchiostri ed elevata automazione. In seguito ai continui investimenti in ricerca e sviluppo, all’approfondita competenza nel mondo del colore e all’elaborazione di sistemi di stampa e gestione dell’intero flusso produttivo avanzati e automatizzati, Fujifilm ha le carte in regola per distinguersi come fornitore di riferimento anche per il packaging digitale.