I Big Data entrano nell’Istat
Semaforo verde da parte del Garante Privacy per introdurre i Big Data nelle statistiche nazionali. Il Programma statistico nazionale del biennio, aggiornato al 2015-2016, messo a punto dall’Istat, prevede la possibilità per la prima volta di utilizzare a fini statistici, e in via sperimentale, i Big Data di telefonia mobile.
Come riportato da ormai moltissime ricerche e analisi di settore, il mercato dei big data registra un’impennata del 40% ogni anno; ogni minuto il mondo produce 1,7 milioni di miliardi di byte. In pratica questo si traduce in un volume di oltre 6 megabyte di dati a persona, ogni giorno.
Per far si che l’ingresso dei Big nell’Istat sia il più possibile “garantita”, verrà elaborata una stima a livello aggregato dei flussi di mobilità intercomunali delle persone, ideale per la programmazione e la gestione dei servizi locali e l’individuazione di opportune misure di Protezione civile.
L’Autorità ha messo dei paletti: servono stringenti garanzie a tutela degli interessati. I Big Data rappresentano, secondo il Garante Privacy, un enorme patrimonio informativo e il loro uso presenta rischi per la tutela della riservatezza degli interessati, tenuto conto anche del fatto che, grazie alle nuove tecnologie e alle nuove tecniche di analisi ed elaborazione, interconnessione dei dati, è possibile “re-identificare” un interessato attraverso informazioni apparentemente anonime.
Insieme a questa importante novità, il Garante ha varato anche lo stop allo spam per gli iscritti alle newsletter.