Salva la vita alla moglie grazie a una stampante 3D
La storia arriva dagli Stati Uniti e comincia qualche anno fa, quando Michael Balzer perde il proprio lavoro a causa di una malattia. Non riuscendo a trovarne uno nuovo, se lo crea sfruttando la propria abilità e passione con le grafiche tridimensionali. Un lavoro che ogni tanto svolge assieme alla moglia, la psicoterapeuta Pamela Shavaun Scott, aiutandola a progettare trattamenti contro la dipendenza da videogiochi. Difficilmente entrambi potevano supporre che, non molto tempo dopo, questa passione sarebbe stata di vitale importanza.
Lo diventa quando la donna, nel corso dell'estate 2013, comincia ad accusare forti emicranie e problemi di vista. Una serie di esami rivelano un tumore di tre centimetri dietro a un occhio, ma i medici si dimostrano abbastanza tranquilli e consigliano alla coppia di tenere monitorata la cosa e di sottoporsi a nuovi esami dodici mesi più tardi. La donna invece attende solo pochi mesi e nuovi esami rivelano che il tumore sta crescendo esponenzialmente. Terrorizzato, Balzer mette in campo le sue abilità e, grazie alla sovrapposizione degli esami fatta in Photoshop, scopre che il tumore non si è ingrandito, ma che è stato solo ripreso da un'angolazione differente rispetto alla prima volta. Arrabbiato e sempre più deciso a prendere la cosa nelle sue mani, Balzer lavora su una renderizzazione 3D del cranio della moglie, mandando poi il risultato a vari specialisti per avere nuove opinioni. Il parere unanime degli interpellati è che la donna debba sottoporsi a un intervento quanto prima. Solo che la procedura standard comporta un'operazione notevolmente invasiva che, anche in caso di successo, può avere effetti collaterali rilevanti.
Tuttavia esiste anche un altro metodo, assai meno invasivo, ma più complesso da attuare. La stampa in 3D del modello grafico del cranio, che Balzer a questo punto realizza, aiuta i medici a rendersi conto che è possibile tentare questa seconda via e, dopo un'attenta preparazione, Pamela viene operata da uno specialista di Pittsburgh, che porta a compimento con successo l'operazione in 9 ore nel maggio del 2014. Nel giro di poche settimane la paziente si riprende completamente. Il referto finale parla di un tumore che aveva ormai cominciato a intaccare il nervo ottico e che in altri sei mesi avrebbe portato la donna alla cecità. Se di mezzo non ci fosse stata una stampante 3D.