Stampa tessile, il futuro è digitale
Quando si parla di supporti cartacei, il processo di stampa è generalmente il punto di arrivo. E se è vero che poi vi sono tutte le attività di post-stampa, è altresì vero che queste ultime aggiungono valore al prodotto, non lo snaturano. Nel caso del textile, invece, bisogna sempre avere ben presente che la stampa è solo una fase della lavorazione del supporto, non il suo punto d’arrivo. Una volta stampato, infatti, il tessuto deve compiere ancora parecchia strada prima di diventare un prodotto finito e pronto all’uso.
Questa consapevolezza è importante in fase di design, in quanto bisogna realizzare l’immagine avendo presente l’uso finale (dimensioni, ripetitività,…), ed è altrettanto utile in fase di post stampa per eventuali lavorazioni necessarie da compiere sul supporto (plastificazione, resistenza alle abrasioni,…)
Lo stesso discorso vale per la fase di stampa. Anche nel settore del textile la stampa tradizionale si deve confrontare con l’ascesa di quella digitale che, pur avendo una piccola quota del mercato, ha alti tassi di crescita. Ci sono svariate ragioni per questo trend:
- Maggior flessibilità: il digital textile printing si adatta alle necessità del cliente in termini di dimensioni e lunghezza dello stampato, scendendo fino al singolo metro. Inoltre è molto più conveniente per la stampa di prove e prototipi.
- Green: il digital textile necessita di meno componenti chimici, usa solo le quantità d’inchiostro necessarie al processo di stampa e genera scarti inferiori rispetto al tradizionale processo serigrafico
- Risparmio: la possibilità di stampare direttamente da file permette di tagliare sia le spese relative ai componenti usati nella prestampa che quelle di magazzino, dato che non è più necessario mettere da parte telai di clienti per utilizzi futuri.
Qualche dato
Come detto il digital textile occupa una piccola quota di mercato, ma si tratta di una fetta in ascesa Secondo i più recenti dati Provost Inkjet Consulting, il periodo 2013-2017 vedrà una crescita del 144% del peso del digitale, con un passaggio da 420 milioni a oltre un miliardo di mq di tessuto stampato. E se a livello globale la Cina rappresenta il primo mercato col 29%, nel segmento digital l’area EMEA (che globalmente è seconda col 23%) rappresenta il 64% dei volumi totali, come testimoniato dalla ricerca InfoTrends uscita a ottobre 2014.
Italia, terra d’eccellenza
Nel settore del tessile l’Italia vanta una lunga storia, sempre in posizione di assoluto rilievo. Si tratta di un’area che ha saputo far fronte alla fase di fuga produttiva verso l’Estremo Oriente, combattendola con la creatività e, per l’appunto, il passaggio al digitale. Oggi questo settore – e in particolare il distretto tessile del comasco – rappresenta uno dei fiori all’occhiello dell’industria nazionale, ampiamente ricercato all’estero – oltre il 70% della produzione viene esportata – e con una quota di digitale pari al 58%, con stime per il 2017 dell’81%. Non a caso anche importanti multinazionali hanno scelto di posizionare in quest’area i loro quartieri generali per l’area EMEA.