Il bianco fa tutta la differenza

I produttori di sistemi di stampa, nel momento in cui devono mettere in luce le caratteristiche vincenti degli ultimi prodotti tecnologici che sfornano, sempre più spesso focalizzano l’attenzione sulla presenza della quinta stazione colore e sulla possibilità di stampare il bianco. D’altro canto i clienti finali si trovano spesso a chiedersi se sia possibile stampare il bianco e, quindi, se possono o meno includerlo nei loro lavori. In mezzo si trovano ovviamente gli stampatori, per i quali poterlo o non poterlo stampare può cambiare radicalmente.

Ma perché il bianco è così complicato?

Cominciamo col precisare una cosa: l’inkjet classico non è in grado di stampare il bianco. Stampa lo spettro cromatico che lo circonda, ma non il bianco vero e proprio. Prima che la tecnologia digitale arrivasse all’innovazione della quinta stazione colore, il bianco doveva essere stampato con macchine serigrafiche in un processo a parte. Questo perché l’inchiostro serigrafico è una miscela molto più densa, in grado di rimanere ben impressa su tante tipologie differenti di materiali, non solo su quelli cartacei.

Con le nuove stampanti, dove il bianco viene considerato alla stregua di un altro colore – non a caso la quinta stazione può essere usata anche per altri colori – oggi la tecnologia digitale è in grado di offrire tutto questo in una sola lavorazione, soddisfacendo primariamente le necessità del mondo della comunicazione, dove la stampa del bianco sta diventando sempre più un must per tante applicazioni su una gamma di supporti sempre più ampia (trasparenti, traslucidi, colorati, specchianti, metallizzati, cartacei, tessuti, plastica, vetro).

La comunicazione così creata esce dall’ordinario, diventando unica e distintiva, dove il supporto non è più un mero materiale ma una parte integrante del progetto.