Un’opportunità chiamata 3D printing
La stampa 3D affonda le sue radici alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, ma è diventata davvero nota solo da pochi anni. Per lungo tempo, infatti, era un settore in cui operavano alcune società produttrici altamente specializzate (3D Systems, Stratasys) il cui target era rappresentato da grandi aziende del manifatturiero e/o da privati che facevano della stampa 3D un hobby. Uno degli sbocchi principali, soprattutto a livello industriale, era la prototipazione dei prodotti, per vedere alcuni campioni prima di avviare la fase di produzione vera e propria.
Oggi le cose sono cambiate radicalmente: da un lato i professionisti puri del settore hanno raggiunto livelli di sviluppo tecnologico molto avanzati, che hanno ampliato in modo incredibile le possibilità delle macchine 3D. Contemporaneamente anche la ricerca sui materiali di stampa ha fatto passi da gigante, con un ampliamento di gamma notevole. D’altro canto, sono molti i settori che si sono interessati alla nuova tecnologia, aprendo strade che prima non venivano neppure prese in considerazione: basti pensare alle innovazioni in campo medicale (qui e qui due esempi), nello sfruttamento del 3D printing nell’industria aerea, nelle ricerche svolte dalla Nasa per testare questa tecnologia nello spazio (qui e qui due news).
Questa esplosione ha fatto nascere tante nuove realtà che se ne occupano – in Italia sono parecchie – e attirato l’interesse dei grandi player della stampa, che però hanno approcciato il settore in maniera differente. Parecchi hanno scelto la via della partnership, mettendo sul piatto la loro rete di vendita globale e diventando distributori, globali o solo per determinate parti del mondo, di produttori specializzati che non disponevano di una presenza egualmente capillare. Altri hanno invece optato per una via che, almeno nell’immediato, era più lenta, ovvero quella di diventare non solo distributori, ma anche produttori. Alcuni hanno già inserito nella loro offerta sistemi di stampa 3D, altri si apprestano a lanciarli nel prossimo futuro avendo già annunciato la loro intenzione di entrare nel settore in questo modo, altri ancora hanno cominciato come fornitori di teste di stampa per diventare loro stessi produttori di sistemi 3D.
In entrambi i casi si tratta di scelte strategiche fatte alla luce del ruolo che si vuole assumere nel mercato del 3D printing e all’importanza che si dà allo stesso. In questo momento è difficile decidere quale delle due sia migliore e, probabilmente, non è affatto importante. Quello che invece è certo è che la stampa 3D continuerà a crescere e che, qualunque sia stata la scelta effettuata, i player vedranno il loro mercato crescere con essa.