Regole per competere, crescere e innovare

Ci siamo lasciati alle spalle i primi 6 mesi di liberalizzazione del settore postale e tra tante ombre e pochissime luci siamo in attesa che la National Regulatory Authority (Nra) entri finalmente in funzione.
Per mesi si è dibattuto quasi esclusivamente d’imparzialità e trasparenza di tale organismo; si è discusso se doveva essere una nuova Authority o se doveva essere inserita all’interno di qualcuna di quelle esistenti come Agcm (Antitrust) o Agcom (Agenzia Garante delle Comunicazioni), che si sono lungamente contese la competenza di regolazione del settore.
Oggi finalmente l’organismo di regolazione e vigilanza del settore postale è stato costituito sotto forma di Agenzia Nazionale. Forse non sarà un esempio di indipendenza dall’Esecutivo, visto il meccanismo di nomina che mantiene un sottilissimo filo collegato al Ministero dello Sviluppo Economico. Ma quel che conta è che adesso l’organismo di regolazione e vigilanza c’è, e visti i curriculum dei suoi componenti non vi è ragione per dubitare del fatto che l’azione sarà autorevole, determinata e indipendente dall’incumbent.
Su tavolo vi sono questioni urgenti che attendono. La Nra fin da subito dovrà farsi carico di 3 dossier fondamentali:

1. tutela dei consumatori
2. distorsione della concorrenza
3. accesso ai servizi

Vediamo i tre punti più in dettaglio.

Tutela dei consumatori
Certamente la prima azione da intraprendere è la verifica che il Servizio Universale sia erogato con qualità ed efficienza e quindi che ogni cittadino, a prescindere dal luogo in cui si trovi, possa ricevere la corrispondenza.
In secondo luogo bisogna analizzare la disponibilità dei prodotti inseriti nel “paniere” del Servizio Universale per verificare se tali prodotti siano utilizzabili almeno da tutti  i possessori di P.Iva. Al momento sembra che la liberalizzazione e i servizi a tariffa scontata siano disponibili solo per la Pubblica Amministrazione e i grandi postalizzatori come: Banche Assicurazioni e Utility. In un Paese come il nostro con un tessuto economico polverizzato in una miriade di Micro Piccole Medie Imprese (Mpmi), il rischio è che oltre il 95% dei soggetti attivi economicamente siano tagliati fuori da offerte di prodotti postali, offerti da Poste Italiane quali: Posta Massiva, Posta Target, Raccomandata Smart. Tutti prodotti a tariffe scontate, inseriti nel paniere del Servizio Universale e pertanto, al momento, non imponibili ai fini Iva.
Ancora oggi oltre il 40% della posta business (circa 2 miliardi di buste) viene lavorata in modo semi automatico o manuale a tariffa piena (Posta Prioritaria o Raccomandata).

Distorsione della Concorrenza
Il fenomeno distorsivo principe è certamente l’esenzione Iva per i servizi postali inseriti nel Servizio Universale.
Questo è un fenomeno europeo, infatti le disposizioni in materia di Iva, sono gestite a livello comunitario dai Ministeri competenti degli Stati Membri, i quali agiscono solo con decisioni prese all’unanimità.
Dietro questa situazione, apparentemente non nella disponibilità del singolo Stato, si cela la più coriacea resistenza al cambiamento e al protezionismo dello status quo.
Per quanto la stessa decisione sia riscontrabile in tutti i Paese dell’Unione Europea (Ue a 15), l’applicazione al settore postale vede approcci decisamente diversi. Vi sono leve differenti su cui agire. Per esempio, inserire un prodotto postale nel paniere del Servizio Universale, lo esclude dall’applicabilità dell’Iva (per esempio la Posta Massiva). Ma se lo stesso prodotto viene mantenuto fuori dal paniere, tariffe e livelli di servizio saranno regolati dalla legge della domanda e dell’offerta. In altre parole dal mercato.
In Italia, così com’è concepito il paniere del Servizio Universale, prodotti postali come la Posta Massiva sono sottratti alla libera concorrenza, poiché l’esenzione Iva concede un vantaggio competitivo rilevante all’Incumbent in danno degli operatori postali privati che su tale mercato cercano di contendere clienti e volumi.
Mentre comprendiamo che le disposizioni in materia di Iva sono complesse e devono essere armonizzate su tutti i settori e in chiave europea, siamo certi che un intervento di regolamentazione del settore postale possa ovviare ai fenomeni distorsivi in atto.
Un altro fenomeno distorsivo, fortemente caratterizzante di questo primo semestre, è l’offerta bundling. Gli operatori postali, non solo l’incumbent, tendono a offrire con un unico prezzo sia il recapito che i servizi a monte e a valle della catena: stampa e imbustamento, archiviazione elettronica, rendicontazione, etc.
Questo fenomeno sta creando parecchi problemi per tutta la filiera, che vede i servizi di gestione documentale deprezzati e offerti sottocosto da parte di chi recupera margine con i servizi di recapito. Certo se poi i servizi di recapito sono oggetto di finanziamento pubblico oltre al danno c’è la beffa. Su questo tema vi è urgenza di risposte, al fine di non consentire tali comportamenti distorsivi, introducendo regole chiare in termini di unbundling e separazione dei costi di gestione tra recapito e servizi a valore aggiunto. Un buon esempio in tal senso è dato dal settore elettrico che su tale tema ha preso con nettezza decisioni immediate.

Acceso ai servizi postali
L’accessibilità ai servizi e alle reti postali è uno degli obiettivi principali della Terza Direttiva. Quindi campo diretto d’azione della Nra.
Ancora una volta il tema deve prima essere inquadrato nel giusto contesto e poi affrontato con spirito aperto e innovativo per raggiungere l’obiettivo dello sviluppo del settore.
Il tema dell’accesso ai servizi postali è fondamentale. Come già richiamato in precedenza ci troviamo in un contesto di forte frammentazione economica, con una moltitudine di soggetti che tendono a polverizzare l’operatività al fine di farvi fronte all’interno della propria organizzazione. Alcuni prodotti del Servizio Universale, al contrario richiedono una forte capacità di fare massa critica concentrando i volumi per poter accedere ai servizi con tariffa scontata. Come se non bastasse le regole di pre-lavorazione, confezionamento e consegna ai Centri Meccanizzati Postali, sono costituite da un ginepraio di definzioni, limitazioni e interpretazioni che rendono molto complesso l’accesso. Sarebbe auspicabile una gradualità in termini di pre-lavorazione (worksharing) e quindi di tariffazione sulla scorta di quello che avviene in altri paesi. In Francia ad esempio per determinati prodotti vi sono  livelli di pre-lavorazione che danno accesso ad altrettante fasce di prezzo. Lo stesso dicasi negli Stati Uniti, più si rende meccanizzabile il prodotto più l’operatore postale sconta la tariffa (negli Usa il mercato è in regime di monopolio con un solo operatore autorizzato Usps, che è un’Ente Governativo Federale).
Ma l’aspetto più significativo è forse la possibilità di aprire l’accesso alla rete postale, ai prodotti di recapito privato. Se l’Incumbent, in forza di quanto previsto nella Terza Direttiva, desse accesso alla propria rete di distribuzione, con tariffe certe e uguali per tutti, si potrebbero sviluppare nuovi servizi, con nuove caratteristiche e valore per gli utenti. Ci si preparerebbe all’apertura del mercato interno postale, il mercato postale europeo, dove necessariamente i vari operatori dovranno trovare forme di collaborazione a rete per dare servizi di alto livello con tariffe vantaggiose.
Come negli altri settori di pubblica utilità, energia, gas, trasporti, etc., l’accesso alla rete è un fattore chiave di successo e sviluppo. Forse tramite quest’approccio si potranno trovare nuove forme di finanziamento al Servizio Universale, che ne consentano lo sviluppo senza gravare pesantemente solo sullo stato e quindi sui cittadini.

Il ruolo della tecnologia
Grazie alla tecnologia molte proposte potranno essere tradotte in operatività, sia in termini di accesso ai servizi e alle tariffe liberalizzate, sia in termini di worksharing. L’Ict come fattore di sviluppo del settore postale sembra quasi una contraddizione in termini, invece ancora una volta l’approccio innovativo alle tematiche del postale ci porta a dire che i servizi postali ibridi, cioè basati su un mix di digitale ed analogico, sono il miglior vistico per diminuire il digital divide. In un recente rapporto dell’ Office of Ispector General di Usps, l’operatore postale Americano, si legge come proprio attraverso soluzioni diffuse di Hybrid Mail, sarà possibile colmare il gap culturale e portare sempre più utenti ad approcciare soluzioni di gestione documentale solo in digitale. Letto così sembra che si stia parlando del nostro Paese e invece si tratta degli Stati Uniti, visti da noi come avanguardia tecnologica, e dove invece le problematiche sembrano essere analoghe a quelle in discussione da questa parte dell’oceano.
Come più volte detto da queste colonne, il nostro Paese è stato pioniere nei servizi di posta ibrida, e ancora oggi e fucina di sviluppo di tecnologie e servizi all’avanguardia. Questo tema ci dovrebbe vedere leader in Europa per lo sviluppo del mercato interno, ma anche leader a livello globale, se guardiamo ai mercati postali del Medio Oriente e dell’Asia. Mercati in formazione con dimensioni per noi inimmaginabili.

In questo scenario, in forte cambiamento, s’inquadra la nostra esigenza di avere un interlocutore forte attento e disponibile, capace di interpretare al meglio le esigenze degli operatori del settore e di coniugarle con le attese degli utenti.
Questo interlocutore è la Nra, che dovrà guidare lo sviluppo del settore con una regolazione attenta, innovativa e indipendente, vigilando con fermezza in difesa dei consumatori e dello sviluppo del mercato.