Davide Garavaglia e la vision sul mercato postale di Pitney
Pitney Bowes spegne quest’anno 92 candeline. Pioniere delle macchine affrancatrici, la filiale italiana è da poco più di un anno affidata a Davide Garavaglia, Country Manager all’interno del gruppo.
Digital Document Magazine lo ha incontrato per conoscere la sua opinione sul mercato postale. Per capire quali scelte strategiche prendere in un momento di forti cambiamenti come quelli in atto in questo segmento di mercato, che si avvia anche lui, come altri, a una progressiva digitalizzazione.
Davide Garavaglia, alla guida della filiale italiana del gruppo americano da poco più di un anno – dopo aver lavorato per oltre un decennio nel mercato del Printing & Publishing. Ci spiega in che modo è possibile affrontare le attuali evoluzioni del mercato della stampa.
“Due le parole chiave, cartaceo e digitale. Oggi se ne sente parlare praticamente tutti giorni. Come se l’ingresso nel mondo della stampa delle tecnologie legate alla digitalizzazione facesse d’un tratto scomparire il mezzo cartaceo. In realtà la verità sta nel mezzo. Pur sapendo che questo mondo va inesorabilmente incontro ad un percorso di progressiva trasformazione in digitale, dobbiamo non dimenticare che la carta non scomparirà mai.”
Perché?
“Perché noi tutti siamo cresciuti con libri di carta: perché un libro ci da molta più confidenza e sicurezza rispetto al monitor di un computer; perché circa la metà degli italiani non ha accesso a internet, e questo significa che questa fetta di popolazione deve e dovrà continuare a ricevere la bolletta o qualsiasi altro tipo di comunicazione, su carta; perchè il mezzo cartaceo ci consente di inviare comunicazioni e di avere il massimo ritorno in termini di risposta, cosa che non si può ottenere con l’invio di una e-mail – che ha invece il vantaggio dell’abbattimento dei costi.
Tanti perché, ovviamente si tratta di fare delle scelte. Optare per il cartaceo o per il digitale a seconda della comunicazione che dobbiamo inviare, del tipo di cliente e del ritorno che vogliamo avere.”
Garavaglia, lei arriva da un settore per certi aspetti molto diverso. Che tipo di riflessioni fa su questo mercato?
“Anzitutto dico che il settore dove ho lavorato in precedenza, quello del printing&publishing non è poi così diverso. Anzi, trovo che questo mercato abbia tematiche molto simili se non identiche a quelle dell’editoria cartacea. Solo ha tempi diversi.
Il processo di digitalizzazione nell’editoria è iniziato già da qualche anno mentre nel settore postale si affaccia adesso. Chi, nell’editoria, sosteneva che con l’arrivo del digitale la carta sarebbe scomparsa si sbagliava e così sarà anche nel settore postale. Certo ci sarà un’evoluzione, ma ci sarà sempre chi preferirà ricevere la bolletta a casa, chi vorrà fare campagne di marketing cartacee.”
Da quello che lei dice si evince chiaramente l’importanza della profilazione dei clienti …
“Certo. A partire dalla piccola agenzia di comunicazione, per passare agli uffici marketing, fino ad arrivare alle più grosse aziende che lavorano nel mondo della stampa, il concetto è sempre lo stesso: avere ben chiaro cosa si può fare con ogni singolo mezzo di comunicazione. I software e tutte le tecnologie correlate che si stanno studiando in questi anni vanno proprio in questa direzione: suddividere i clienti e personalizzarne sempre più offerte e contenuti. Chi lavora nel campo della comunicazione, a qualsiasi livello, dovrebbe avere una sorta di database profilato a seconda della tipologia di cliente, per permettere soluzioni ottimizzate. Senza considerare per forza il nuovo (digitale) come buono e il vecchio (carta) come obsoleto. La scelta migliore è sempre nel mezzo.”