La parola agli stampatori del web – Alessandro Perucchini, Andersen
DDm torna a parlare di web to print, uno dei temi caldi del mercato. Questa volta abbiamo intervistato Alessandro Perucchini, sales director di Andersen.
Quali le motivazioni della scelta web to print?
Direi due fattori: normale sviluppo di un’agenzia di comunicazione, e non solo, quale è Andersen e volontà di affrontare un mercato che, non essendo mai statico per sua natura, offre sfide continue ma che permette anche di avere un occhio sempre attento sulle evoluzioni delle richieste e delle reali necessità di un cliente. La stampa tradizionale è di certo un’ottima finestra sul mondo, ma è il mondo stesso che ha ampliato i limiti estremi, i suoi orizzonti. Perciò è necessario cambiare i punti di osservazione, aggiungere finestre dalle quali potersi affacciare. Il w2p permette di avere tutto questo, in maniera privilegiata se volete, mostrando così il flusso dei dati, dei bisogni e dei nuovi mercati che la rete è in grado offrire.
Sono state fatte analisi comparative prima di adottare la soluzione in uso?
Andersen, per sua natura, non mette mai in essere un progetto senza averne prima studiato tutti gli angoli di sviluppo e le eventuali strade alternative. Nel momento in cui ci prefissiamo uno scopo tutto è pianificato, studiato, calibrato, testato e poi, quando il lavoro fatto soddisfa gli standard che da anni seguiamo, viene immesso su strada. Per le formule del w2p eravamo a conoscenza della ricchezza di proposte del mercato ma questo non ha ne spaventato, ne fatto dubitare sulla decisione di avviarne lo sviluppo. Anzi, la sfida non ha fatto altro che arricchire le idee e la volontà di entrare in questo settore. Senza sfida, a volte, lo sviluppo ne può risentire. Non è il nostro caso, ma anche per Andersen, un pizzico di sale in più non fa che esaltare.
Avete adottato una soluzione con licenza o in modalità SaaS?
Non cediamo licenze, non siamo una casa di software pura. Usiamo soluzioni SaaS per tutti i nostri prodotti digitali. E’ sembrata la strada migliore da percorrere. Cedere una licenza, in un certo modo, può quasi dare la sensazione di liberarsi del software, darlo e poi lasciare che sia il cliente a doverlo gestire. Preferiamo invece fidelizzare il cliente anche da quel punto di vista: le piattaforme ci sono, sono evolute, ma una volta che il cliente inizia ad utilizzarle è sicuro di avere alle spalle la nostra esperienza, professionalità e serietà. I nostri operatori sono sempre a disposizione per ogni necessità, creando così un filo di collaborazione diretta con i nostri clienti, che, forse, la semplice concessione di licenza non darebbe. Non dimentichiamo poi i costi: il metodo SaaS ci permette di mantenerli assolutamente competivi per ogni nostra piattaforma software.
Pro ed eventuali contro del W2P
Non classificherei come semplice pro e contro. Sembra voler mettere in competizione le metodologie di stampa classica con le nuove frontiere. Sono due realtà che convivono e senza grosse difficoltà. Certo il w2p offre una maggiore snellezza e velocità ma non per questo è superiore, per forza, ai metodi tradizionali. E’ solo un modo diverso di fare le cose: offre spunti di lavoro differenti, certo una possibilità maggiore di raggiungere mercati alternativi. Noi viviamo di entrambe le realtà, classica e futuribile, e non crediamo che queste, al momento attuale, debbano farsi guerra. Utilizziamo il w2p dove questo è necessario, crediamo molto in questa formula e cerchiamo di offrire un servizio al meglio. I pro ed i contro poi non sono dettati da noi o dal mezzo in se stesso, ma dall’uso che se ne fa. Sono gli utenti che decretano cosa è positivo o negativo. Noi operiamo di conseguenza. Questo non significa passività, ma solo un occhio attento all’evolversi delle cose. Siamo noi i primi a proporre nuove cose, nuove soluzioni, la dove se ne senta il bisogno.
La sua opinione sul W2P riguardo:
a) acquisizione di nuovi clienti
b) fidelizzazione di clienti già attivi
c) allargamento dei prodotti realizzabili
a) Una tecnologia che si appoggia ad un mezzo di comunicazione di massa incrementata da ogni nuovo sviluppo tecnologico. Dal lato visibilità e conseguente possibilità di contatto con potenziali nuovi clienti è decisamente positiva.
b) La fidelizzazione non è legata agli strumenti ma alla filosofia che un’azienda applica nella gestione di quegli strumenti Non si può fidelizzare semplicemente dicendo – “abbiamo il software ed il servizio” – e pensando poi di non dover fare altro.
c) La realizzazione di prodotti è legata in maniera stretta alle possibilità di cui si dispone. Ma non solo: certo il software, le nuove piattaforme di gestione e le nuove tecnologie facilitano le cose, ampliano le possibilità, ma senza l’Idea tutte queste cose restano delle belle vetrine con poche luci. Perciò, come per la fidelizzazione, non è il solo software o servizio a fare la differenza. In questo caso tutto parte dalle Idee, il resto cresce di conseguenza.