DL "Crescita bis": modifiche necessarie affinché sia "crescita" e "innovazione"
Alla pubblicazione in GU del Decreto Legge Crescita bis (Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese) la Federazione della Filiera della Carta e della Grafica italiana ribadisce l’incertezza per il futuro delle sue imprese e dei relativi occupati. A destare forte preoccupazione è in particolare, il contenuto dell’articolo 11 “Libri e centri scolastici digitali” inserito nella sezione III del Decreto, Agenda Digitale per l’istruzione dove si definisce il passaggio dell’editoria scolastica al digitale a decorrere dall’anno 2013-2014.
“Un’agenda digitale scolastica con tempi così ristretti non può essere motore di crescita. Le imprese italiane devono avere il tempo di fare le innovazioni necessarie nell’interesse dei cittadini, degli studenti e, quindi, del Paese. A questo proposito, la Federazione della Filiera della Carta e della Stampa chiede al Governo per il passaggio dell’editoria scolastica al digitale una proroga al 2017. Senza modifiche sono a rischio molto decine di migliaia dei 230.000 occupati dell’intera filiera produttiva, che rappresenta il 5% degli addetti del manifatturiero”, afferma Felice Rossini, Presidente della Federazione.
“Sono allarmanti i dati che emergono anche dall’ultima indagine qualitativa del secondo e terzo trimestre 2012 condotta sulle imprese della Federazione soprattutto per chi opera nel mercato interno”, commenta ancora Rossini. “La previsione di andamento del terzo trimestre 2012 rispetto al secondo vede una percentuale – tra il 55% e il 63% – di aziende che prevedono stabilità di un fatturato interno in fortissima flessione già nel secondo trimestre 2012”. Le aziende cercano di resistere alla prolungata congiuntura negativa ma la CIG in crescita ha raggiunto un livello di 18,3 milioni di ore tra gennaio ed agosto 2012 rispetto ai 17,9 milioni di ore del 2010.
Molti dubbi anche sulla riduzione dei costi dell’intera dotazione libraria derivanti dal passaggio al digitale e dei supporti tecnologici. “Detta riduzione” conclude Rossini “evidentemente non tiene conto dei costi della scuola nella loro totalità dalla spesa per carta a quella dei sistemi informativi, alla digitalizzazione degli archivi, e-book, lavagne elettroniche e dell’efficienza complessiva dell’intero sistema. Senza considerare i pregi della carta nei processi di apprendimento e, in particolare, per la memorizzazione, qualità che dovrebbero essere particolarmente apprezzate nella scuola. Senza dimenticare il ruolo della carta nell'accesso alle informazioni per chi non è nativo digitale. E’ per questo che la Federazione chiede che venga mantenuta l’opzione mista, ossia contenuti cartacei più alcune parti sul web, in modo da integrare i due mezzi cartaceo e digitale, al fine di ottimizzare il processo di formazione e apprendimento dello studente”.
Con riferimento alla carta stampata rimane forte l’urgenza di intervento da parte del Governo con misure che siano davvero efficaci considerando che l'emorragia degli investimenti in pubblicità e comunicazione sulla stampa non si arresta, con periodici in calo tendenziale del 14,8% ed i quotidiani del 13,3% nel primo semestre. Una delle misure di politica industriale richieste dal settore di recente in audizione alla Commissione Cultura della Camera consiste nella detassazione delle campagne pubblicitarie sulla carta stampata, che farebbe ripartire l'advertising e rilancerebbe contestualmente anche la domanda interna e i consumi. Ulteriori misure consistono nel rinnovo del credito d'imposta per l'acquisto di carta per stampare periodici e quotidiani e nella previsione di un credito di imposta del 3% annuo per 5 anni, per quelle imprese che sostengono costi per l'innovazione tecnologica.