Arizona 480, ne parliamo con Vittorio Negro, Responsabile Display Graphics di Océ Italia

Era il settembre 2006 quando Océ lanciò sul mercato il primo modello di una famiglia di prodotti destinata a ritagliarsi uno spazio importante nel mondo del wide format. L’Arizona 250GT era una flatbed a tecnologia UV che fin da subito ha conseguito numerosi riconoscimenti e sulla cui base si è poi sviluppata la famiglia di prodotti Arizona.
Oggi, 3000 installazioni più tardi – oltre un centinaio delle quali nel nostro paese – Océ continua a lavorare per migliorare: poche settimane fa, in occasione dell’edizione 2012 di SGIA (Las Vegas, 18-20 ottobre), è stata infatti ufficialmente presentata la nuova Arizona 480, primo modello di una gamma destinata nei prossimi mesi a sostituire la pluripremiata famiglia 360. Per saperne di più DDm ha incontrato Vittorio Negro, Responsabile della divisione Display Graphics di Océ Italia.

In seguito dell’acquisizione da parte di Canon di un anno fa, come si è evoluta la divisione Wide Format?
In Océ stiamo vivendo un momento di passaggio, che durerà ancora qualche mese con ulteriori novità a livello organizzativo e di integrazione con Canon. La situazione del Wide Format appare comunque chiara. Canon ha una divisione interamente dedicata, che è suddivisa in tre aree specifiche: la prima è prettamente legata al mondo tecnico, con un target che spazia dalle società di engineering ai grandi gruppi industriali o ai service che hanno nel trattamento del documento tecnico uno dei loro core business; la seconda area si occupa di media, ossia di tutte le tipologie di supporti sui quali è possibile stampare con i sistemi Canon e Océ; e infine c’è la Display Graphics, che si indirizza verso il mondo della visual communication. E’ in quest’area che troviamo la famiglia Arizona, i sistemi con tecnologia inkjet ecosolvent, ed è qui che stanno confluendo i prodotti per il mercato fotografico a marchio Canon.

Passiamo ora a parlare dell’ultima nata in casa Arizona
Il modello 480, che abbiamo lanciato a ottobre in America, è solo il primo della nuova famiglia Arizona 400, che entro la fine dell’anno andrà a sostituire la famiglia Arizona 360. Questo perché ne rappresenta a tutti gli effetti un’evoluzione, tanto per qualità che per produttività. Ma soprattutto è lo stadio successivo in termini di versatilità, una famiglia che abbiamo sviluppato avendo ben presenti le richieste avanzateci dai nostri clienti.
La novità più saliente della Arizona 480 è certamente rappresentata dagli otto canali inchiostro indipendentemente configurabili, che aprono le porte a una serie di lavorazioni e possibilità prima più complicate da ottenere. In particolare Arizona 480 ha due canali che possono essere configurati a doppio bianco, per una migliore copertura su elementi che richiedono un’importante coprenza quali pannelli retroilluminati ; oppure con bianco e vernice, usabile in modo spot oppure sull’intera area di stampa per applicazioni a valore aggiunto ad elevato impatto visivo.

Siccome la tecnologia Océ VariaDot rende l’esacromia su Arizona un elemento del tutto superfluo, abbiamo deciso di implementare su questo modello una nuova modalità di stampa in cui due dei quattro colori della quadricromia – nello specifico cyan e magenta – utilizzano un doppio canale inchiostro ciascuno: questa modalità, denominata CM2 (ossia cyan-magenta al quadrato), aumenta sensibilmente il numero di ugelli impiegati nel processo di stampa e permette di scegliere se adottare una modalità Production, dove l’accento è posto sulla velocità di lavorazione, o una modalità dall’esemplificativo nome di Quality. Entrambe le possibilità sono più rapide rispetto all’Arizona 360, con la modalità Production che permette di fare a 25mg/h quello che prima veniva fatto a 14mq/h.

Una caratteristica non meno importante dell’Arizona 480 sono le aree di aspirazione in cui è suddiviso il piano di lavoro, sei (versione GT) o sette (versione XT). Queste aree sono state configurate per assicurare le migliori prestazioni con la maggior parte dei supporti destinati alla comunicazione visiva e per ridurre o eliminare gli interventi manuali da parte dell’operatore, con il conseguente incremento della produttività. Accanto la mappatura automatica dell’area di lavorazione, che permette al sistema di controllare in ogni istante eventuali irregolarità del supporto e di compensare, riposizionando il pixel per assicurare la massima uniformità anche su supporti flessibili.

Quali sono le opportunità date dalla tecnologia UV nel wide format?
Di primo acchito direi infinite. Quando la stampa in piano andava a tecnologia a solvente erano poche le realtà che potevano non tanto permettersi le macchine, ma che disponevano degli ambienti e delle tecnologie che ci dovevano girare attorno per garantire un ambiente di lavoro sicuro. L’avvento dell’UV nel wide format ha rappresentato una rivoluzione, abbattendo diverse barriere d’ingresso e dando modo a un sempre maggior numero di clienti di entrare nel mercato. E molto spesso si trattava di aziende e professionisti di altri settori, che avevano deciso di affiancare al loro business tradizionale una nuova serie di opzioni.
Oggi gran parte del settore va a tecnologia UV, salvo lavorazioni particolari. E non lo ritengo un caso se, nel difficile momento macroeconomico che stiamo vivendo, il grande formato continua a destare interesse e ad attrarre clienti: l’UV da un lato ti permette di fare ciò che già fai ma a un prezzo più basso; dall’altro ti spalanca tutta una serie di possibilità e opzioni dai margini di guadagno significativi. E’ un amplificatore di business, sostanzialmente.

La filosofia di Arizona è appunto questa, e i sistemi si propongono come leve per applicazioni innovative. Per ottenere questo sono sufficienti le caratteristiche tecniche della macchina o c’è bisogno che l’utilizzatore disponga di una preparazione specifica?
Sì e no. Da un lato Arizona è stata progettata per essere un sistema il più possibile facile da utilizzare e immediato, permettendo a chiunque di padroneggiarlo. D’altro canto c’è da considerare che la tecnologia UV permette di stampare su così tanti supporti e di eseguire così tante tipologie di lavorazione che l’unico vero limite è la fantasia, tanto dello stampatore quanto del cliente finale. In questo contesto non è infrequente che i clienti finali richiedano lavorazioni particolari su materiali particolari, spesso con tirature limitate. E per essere eseguiti al meglio questi lavori possono richiedere un’esperienza pregressa che va al di là delle semplici caratteristiche tecniche delle macchine.

Nel corso degli anni, lavorando a stretto contatto coi nostri clienti, in Océ abbiamo accumulato una vasta casistica di esperienze. Per questo consigliamo caldamente ai nostri clienti, nel caso manchino di esperienza specifica, di coinvolgerci: una semplice telefonata può dar loro la soluzione e far risparmiare giorni di prove, preservando il margine di guadagno. Al tempo stesso siamo sempre pronti a imparare, per diventare ancor più performanti nella consulenza. Si tratta di un circolo virtuoso, di una vera e autentica sinergia fra noi e i nostri clienti.