Editoria e rivoluzione digitale

Quello dell’editore non è un lavoro semplice e, visto l’aria che tira, oggi meno che mai: il mercato si evolve velocemente e si fatica a tenere il passo, ma quando poi arriva una vera e propria rivoluzione, l’impresa è davvero improbabile. Proprio la scabrosità
dell’argomento però permette che si sviluppino dibattiti ed eventi per avviare un confronto anche qui, in Italia dove si stanno muovendo tra dati incerti e proiezioni azzardate su
dati internazionali, sia le associazioni sia il mondo accademico. Anche l’Università Cattolica di Milano si è attivata con un seminario che ha visto la partecipazione di Valentina Kalk, responsabile del settore pubblicazioni delle Nazioni Unite a New York.
Negli ultimi due anni il mercato Usa ha mostrato dati incontrovertibili sugli e-book con una crescita del 353% a livello di fatturato e del 269% per copie vendute fra 2008 e 2009. Nei primi nove mesi del 2010 il fatturato complessivo delle vendite di e-book negli Usa ammonta a quasi 300 milioni di dollari. E in tutte le classifiche di vendita di Amazon, gli e-book hanno ampiamente superato i libri cartacei, vendendo due volte tanto. Contemporaneamente il Kindle ha forato il muro dei quattro milioni di pezzi venduti, mentre l’iPad ha venduto, dal lancio a maggio a fine settembre, qualcosa come sette milioni e mezzo di pezzi.

Nuovi player, nuovi sistemi
L’ascesa del trio Google-Amazon-Apple ai vertici di un mondo editoriale sensibilmente mutato anche solo rispetto a dieci anni fa ha portato con sé nuovi sistemi, nuovi problemi, nuove sfide. Una di queste è la molteplicità di software di lettura e di sistemi di aggregazione di contenuti: ne esistono di tipo più o meno aperto e il caso tipico è il sistema usato dal Kindle; oppure possono essere sistemi chiusi, legati a doppia mandata a una specifica piattaforma; o ancora possono essere semplici software di lettura ; sistemi slegati da piattaforme definite come Kobo; aggregatori tradizionali, progettati appositamente per il canale delle biblioteche.
Ogni editore si vede costretto a compiere una scelta ben precisa, che tenga conto di una gran quantità di fattori e che, soprattutto, si deve rivelare azzeccata, concedendo al marchio un continuum di visibilità, fama e potere contrattuale oggi sempre più indispensabile.
Anche se Google ha calato un asso che, in una prospettiva estrema, potrebbe portare all’estinzione della figura dell’editore. Dopo aver stipulato con gli editori contratti di cessione dei diritti digitali, e aver sostenuto una lunga causa, perdendola, per il progetto di digitalizzazione delle biblioteche, Google ha recentemente lanciato Editions, un progetto totalmente votato al digitale.
Con Editions chiunque può pubblicare il proverbiale “romanzo nel cassetto”: in pochi passaggi ogni autore diventa editore di sé stesso e la sua opera è immediatamente acquistabile attraverso Google Book Program, lo store online che consente di immagazzinare gli e-book acquistati, rendendoli fruibili in qualunque mo mento grazie al software di lettura proprietario.

Nel cuore del problema
Un tempo non poi così remoto l’opera di un autore aveva una vita piuttosto lineare: il manoscritto veniva trasformato in un libro che, prodotto in una versione fisica tramite stampa offset, veniva venduto dopo un’adeguata campagna di marketing su supporti cartacei.
Oggi da un singolo manoscritto si può produrre un libro cartaceo, un e-book leggibile su computer, un file ePab per tablet, un numero “n” di servizi di aggregazione dati, un numero “n” di versioni elettroniche. Il manoscritto può essere stampato in offset o in digitale, anche attraverso servizi di print on demand via web. Oppure non essere stampato affatto; può essere distribuito fisicamente e/o digitalmente; può essere oggetto di campagne di marketing molto più sofisticate, che sfruttano tanto mezzi cartacei quanto digitali, e-mail e social network. È un business totalmente diverso, che necessita quella che Valentina Kalk ha definito “convergenza”: ossia che i vari reparti della casa editrice, prima abituati a svolgere ciascuno il proprio lavoro in compartimenti stagni, collaborino strettamente per raggiungere l’obbiettivo.
Ed è un processo di evoluzione dal quale nemmeno gli autori sono esenti. Per ben riuscire l’e-book ha bisogno che vi sia coerenza fra testo e apparati e questo si ottiene solo se la versione “manoscritta” è progettata fin dall’inizio per la duplice funzione, cartacea e digitale.
Questo non va a colpire quanto gli autori scrivono, ma il modo in cui lo scrivono.
Apparentemente i rapporti che legano gli editori da un lato e gli autori e i loro agenti letterari dall’altro non mutano; tuttavia ambo le parti ora sono consce delle nuove possibilità digitali e questo non può non influire. Se prima i diritti erano singoli, ora sono duplici e vanno trattati diversamente: le royalties possono mutare anche sensibilmente da una versione all’altra ed è per questo che i contratti diventano sempre più fondamentali.

Niente più gentlemen
Esisteva una legge non scritta che trasformava i contratti stipulati fra editori in “gentlemen
agreements”: presi gli accordi su pochi aspetti finanziari, il resto era una formalità regolata da un standard accettato universalmente. Di quel modo di condurre affari oggi non è rimasta
traccia: “Un contratto con Amazon, Apple o Google non è un accordo fra gentiluomini; è più uno scontro all’ultimo sangue fra Davide e Golia. Bi sogna avere un quadro chiaro di cosa è importante, perché molte battaglie verranno perse in fase di contrattazione e diviene fondamentale riuscire a vincere quelle decisive”, ha sottolineato Kalk. Questi colossi impongono le proprie regole senza guardare in faccia nessuno, portando avanti il proprio business e concedendo piccoli spazi di manovra e contrattazione.

Il grande freno
Il costo medio attuale di un e-book reader si aggira sui 180 euro, mentre quello di un’e-book varia dai 10 ai 15 euro. Per un libro cartaceo si spendono circa 18-20 euro. Quindi l’e-book non è conveniente, economicamente parlando e se il libro cartaceo è immediatamente fruibile, la sua versione digitale necessita di un sistema adeguato per essere visualizzata.
Acquistare un tablet costa la medesima cifra che prendere nove libri cartacei senza contare
che, fra cinquant’anni, potrebbe non essere più visualizzabile causa l’accelerazione tecnologica, un forte freno, questo, per il libro digitale.