Regole certe e concorrenza leale: Assocarta chiede al Governo di supportare il riciclo
Essere messi nelle condizioni di poter costruire, anche in Italia, una “società del riciclo” che abbia tra i suoi pilastri il riutilizzo della carta. È questo il messaggio che le imprese del settore lanceranno questo pomeriggio a Governo, UE e altri operatori di filiera da Lucca – dove si è aperta stamane la Mostra Internazionale dell’Industria Cartaria Italiana – nel corso del seminario “Utilizzo di fibre secondarie nell’industria cartaria italiana ed europea: dal principio di prossimità alla Recycling Society”.
“L’Italia è al terzo posto in Europa, dopo Germania e Spagna, per riciclo della carta, con una percentuale che nel 2011 è stata pari al 55,2%. L’anno scorso le nostre aziende cartarie hanno utilizzato 5 milioni di tonnellate di carta da macero”, spiega il direttore generale di Assocarta Massimo Medugno. Ma benché l’industria italiana abbia interesse a far rimanere nel Paese questa materia prima, i flussi economici si stanno invece sempre più spostando verso l’Asia. Secondo McKinsey, infatti, oltre il 50% della carta da macero mondiale confluisce sui mercati asiatici, in primis verso la Cina. “I cinesi“, continua Medugno, “sono oggi i primi produttori di carta al mondo. Il mercato interno è ancora debole, i consumi sono bassi, e per questo importano carta da macero dall’Occidente. Il paradosso è che, in molti casi, questa materia prima viene utilizzata per produrre imballaggi di prodotti elettronici che poi vengono di nuovo esportati in Europa”.
Sempre secondo McKinsey, la produzione di carta cinese e, di conseguenza la domanda di macero, sono destinate ad aumentare: nel 2020 la Cina importerà 14 milioni di tonnellate di macero in più rispetto al 2010. Una dinamica in cui, sottolinea il dg di Assocarta, “le emissioni date dal trasporto di materia prima annullano anche i benefici ambientali di per sé generati dal riciclo. Il nostro appello è invece per valorizzare questa risorsa in Italia, in modo anche da contribuire, in maniera significativa, al raggiungimento degli obiettivi europei”. Che prevedono di raggiungere il 50% di riciclo entro il 2020.
Quello che manca è dunque “un sistema di regole per far sì che questa attività rimanga in Italia”, a partire dagli iter autorizzativi per gli impianti di riciclo della carta. “Nonostante l’Unione Europea classifichi i rifiuti cartacei in lista verde, per realizzare un impianto bisogna attendere in media qualche anno, sempre che si riesca ad andare fino in fondo, perché la collettività è molto diffidente”. Un caso su tutti, quello di Lucart, il gruppo lucchese proprietario di due stabilimenti per la produzione di tovaglioli, carta igienica, asciuga tutto, tovaglioli e fazzoletti da tetrapak riciclato: “Non potendo far funzionare a pieno regime l’impianto italiano, l’azienda sta spingendo su quello d’Oltralpe. In Francia, infatti, ha trovato un contesto di regole e opportunità più favorevole”.
Allo stesso tempo, per consentire la prossimità tra raccolta e riciclo, “sarebbe importante che l’UE attuasse un monitoraggio dell’export, in modo che aziende europee e cinesi competano ad armi pari. L’Europa, per esempio, potrebbe introdurre regole che impongano che tutto il macero esportato all’estero finisca in impianti con gli stessi requisiti ambientali di quelli europei, in modo da evitare una specie di dumping ambientale”.
Uno dei maggiori problemi per tutto il comparto – comune, in realtà, a tutto il sistema industriale italiano – è poi il costo dell’energia. A cui, si potrebbe far fronte anche “consentendo il recupero energetico degli scarti. La stessa UE“, spiega Medugno, “nella strategia delle quattro R, dopo riduzione, riutilizzo e riciclo, prevede questa possibilità. Il 7-8% delle quantità conferite attraverso la raccolta differenziata è costituito da materiali non riciclabili, per esempio carta legata a plastica. Nel resto d’Europa, questi rifiuti vengono usati per produrre energia, mentre da noi finiscono in discarica”.
Il 2012 non è un anno propizio per il comparto cartario e il riciclo di materiali cellulosici. “In conseguenza della difficile situazione produttiva del settore, il consumo di macero, principale materia prima del settore (il 54% della produzione cartaria nazionale è realizzata impiegando fibre di recupero) risulta in calo del 10% nei 7 mesi. A questo risultato è collegato il sensibile ridimensionamento dell’import di macero (-32,3% nei 6 mesi); continua, invece, l’espansione dell’export +24,3% nei 6 mesi, soprattutto per l’ampliamento dei volumi destinati ai mercati asiatici (+62% in complesso, +87% quelli diretti in Cina) che assorbono il 70% dell’export totale”, spiega Assocarta. La situazione, riflette Medugno, “non è buona, ma la ripresa è fatta anche di piccole cose, come le misure che chiederemo oggi a Lucca. Il riciclo di carta è uno dei fiori all’occhiello dell’Italia e in un momento di crisi come questo, bisogna ripartire anche da qui”.