Il futuro di Ipex 2014 passa dall’evoluzione

L’edizione 2010 di Ipex, svoltasi quando la crisi economica si era già abbattuta sull’Europa, si era chiusa con grande soddisfazione, tanto che il comunicato stampa ufficiale si apriva con un’esplicita dichiarazione di Frank Romano: “Ipex 2010 ha dimostrato che l’industria della stampa è tornata nel business”.

E i numeri non facevano che confermare che l’industria della stampa era tornata sulla breccia: oltre 50.000 partecipanti da 135 paesi, una crescita dell’8% rispetto all’edizione precedente, più di 1.000 espositori, la presenza di tantissimi Ceo, presidenti o senior manager, una vasta internazionalizzazione della fiera.

Era da una base apparentemente molto solida che gli organizzatori dell’evento sono partiti per preparare l’edizione seguente, che si terrà nel 2014. E il passaggio a una location di grande appeal come Londra era stato il primo passo per un’ulteriore crescita della fiera inglese.

Almeno fino a giugno 2012.

Passati i fasti di drupa, infatti, le aziende hanno cominciato a guardare avanti, al quadriennio che le separa dal prossimo appuntamento di Düsseldorf. E qualcuna, fatti i propri conti, ha deciso che non era nel suo interesse partecipare a Ipex 2014. Così Hp e Agfa Graphics se ne sono andate.

Certamente perdere un espositore, soprattutto se di gran nome, non è mai una bella cosa per un organizzatore di fiere. Ma la manifestazione può tranquillamente procedere e rivelarsi un successo, a patto che la defezione sia un episodio, una cosa isolata.

Ma se è vero che due indizi fanno una prova, il ritiro di Heidelberg, avvenuto a fine agosto, non poteva essere preso alla leggera. La sensazione che la manifestazione si stesse giocando parte del suo successo era nell’aria.

A inizio ottobre Trevor Crawford, Event Director di Ipex, in un comunicato ufficiale ricordava come anche la strada verso l’edizione 2010 aveva attraversato una situazione simile, con espositori che si ritiravano salvo poi tornare più avanti. E, anzi, Crawford affermava che “ci stiamo proiettando verso Ipex 2014, con un numero di conferme da parte di espositori importanti mai raggiunto prima in questa fase. Il feedback positivo che continuiamo a ricevere dai fornitori sottolinea il fatto che molto probabilmente Ipex 2014 ospiterà almeno 1.000 espositori da tutto il mondo”.

La situazione è rimasta tranquilla per il resto del 2012, sempre un po’ in bilico, ma un po’ oscurata da altre notizie di settore, come la cancellazione di Digi:media.

Poi, proprio al cambio di anno, sul futuro di Ipex 2014 si è abbattuta la prima tegola: tramite blog Jeff Jacobson, presidente di Xerox Global Graphic Communications, ha ufficializzato che Xerox aveva deciso di non partecipare all’evento di Londra. Tre settimane dopo anche Landa, uno degli indiscussi protagonisti dell’ultima drupa, ha cancellato la prenotazione, e a fine gennaio pure Kodak ha fatto sapere per via ufficiale che non sarebbe stata della partita.

Avendo incassato il diniego di 6 grandi espositori (anzi 7, contando anche Komori), gli organizzatori si sono trovati di fronte a un bivio, costretti a operare una scelta radicale. Da un lato potevano proseguire con il format di sempre, optando per ignorare i segnali del mercato; oppure potevano cambiare.

Potremmo, estremizzando un po’, parlare di una questione di vita o di morte.

E’ interessante notare come la principale ragione addotta dalle aziende per la mancata partecipazione riguardava i desideri dei clienti e le modalità di ingaggio degli stessi, ormai sempre più propensi a un dialogo più circoscritto, con eventi regionali e di taglio diverso, meno generalista.

Sono le stesse conclusioni a cui è giunta una ricerca lanciata dal comitato organizzatore dopo il no di Heidelberg e relativa all’ultimo trimestre del 2012. I cambiamenti che stanno interessando il settore sono profondi e ciò che clienti e aziende chiedevano nel 2010 oggi è totalmente mutato.

L’organizzazione di Ipex non ha impiegato molto, posti questi dati, a scegliere: la manifestazione ha un futuro solamente se cambia rotta, se si evolve. Alla fine di gennaio, il giorno dopo l’ufficialità del no di Kodak, Ipex ha svelato il suo nuovo volto.

L’evento di Londra avrà un format più ristretto nel tempo (6 giorni invece degli 8 precedentemente preventivati) e nello spazio (60.000 mq di superficie espositiva invece di 100.000 mq); ma avrà anche molti più contenuti e un target di riferimento molto più ampio.
La manifestazione Cross Media viene infatti inglobata all’interno di Ipex, rendendo quest’ultimo il primo evento che abbraccia l’intera catena della stampa, del marketing e dei media. Un unico punto di riferimento per gli operatori del mondo della stampa e quelli della comunicazione sia per il marketing che per l’editoria, impreziosito dalla contemporaneità del World Print Summit incentrato su “Strategie e operatività per una leadership nel mercato del marketing on-line e off-line”.

Trevor Crawford ha così commentato questa decisione: “ Ipex si sta trasformando da una fiera generalista per gli stampatori a un evento fortemente focalizzato sulla multimedialità che nel contempo promuova il ruolo di essenziale centralità della stampa. I suoi contenuti hanno l’obbiettivo di fornire delle linee guida agli stampatori affinché questi possano trovare valore aggiunto e incrementare la profittabilità. Il tutto riconoscendo l’importanza della collaborazione con gli utenti finali”.

Si tratta sicuramente di un cambiamento di notevole importanza, ma basterà per permettere a Ipex di risalire la china e diventare, fra un anno e mezzo, un evento di successo? Come scrisse un noto poeta e scrittore “ai posteri l’ardua sentenza”.