La strategia di espansione di Poste Italiane passa dalle tasse
Se è vero che la liberalizzazione postale di due anni orsono ha costretto Poste Italiane a fare i conti con nuovi attori in un mercato, quello postale, in cui era monopolista, è altrettanto vero che la società è tutto fuorché in crisi. L’annuale ricerca Accenture, uscita a marzo, ha indicato Poste Italiane come il quarto ente postale più performante del mondo – preceduto solamente da Singapore, Ups e Austria – mettendo in luce come la diversificazione dei servizi offerti sia una delle chiavi del successo nel mercato attuale.
Pienamente fedele a questa strategia, Poste sta procedendo con un’attività a tutto campo: prima si è fatta garante di Alitalia per 75 milioni di euro e ora è entrata in un altro settore, quello della riscossione delle imposte, andando a fare concorrenza diretta a Equitalia. E lo ha fatto in grande stile, accaparrandosi i comuni di Genova e Milano.
Per Poste Tributi, a società creata ad hoc, si tratta del primo grande successo, che aggiunge a una lista finora composta di comuni minori – Enna, Olbia, Avezzano, Sulmona, Santa Maria Capua Vetere e Civitavecchia – due capoluoghi di primissimo piano. Nel caso di Genova la gara si è conclusa a inizio mese e l’ufficializzazione è già stata data; per Milano non c’è ancora l’ufficialità, ma è attesa a breve e non ci dovrebbero essere mutamenti dell’ultima ora. In entrambi i casi il diritto è stato acquisito in cordata con Engineering Tributi, società che già da tempo effettua la riscossione dei tributi locali e che ha gran parte del know how necessario. Poste Tributi si occuperà in prima persona di tutto ciò che riguarda la stampa e la notifica degli atti, la rendicontazione e il trasferimento dei soldi al comune, lasciando al partner la riscossione diretta.