Quando packaging e advertising diventano un museo
Quando si va a Londra una visita alla celeberrima Portobello Road è d’obbligo. Il mercato che vi si tiene ogni giorno è meta di migliaia e migliaia di turisti, rendendo la via una delle più frequentate della città.
Non tutti però sanno che in una delle stradine laterali si trova un luogo molto particolare: il Museo dei Brand, del Packaging e dell’Advertising. Che raccoglie oltre 12.000 pezzi, esposti nelle sue ordinate e affollate gallerie.
La storia del museo parte da lontano, oltre 50 anni fa, quando Robert Opie iniziò a studiare l’evoluzione che le confezioni e le pubblicità avevano avuto dall’epoca vittoriana in poi, raccogliendo materiale per la sua collezione privata. Nel 1975 questi oggetti erano ormai così tanti e così variegati che Robert riuscì a tenere una sua mostra, denominata Pack Age, all’interno del Victoria & Albert Museum. Da lì iniziò la strada verso l’apertura di un museo totalmente dedicato, che venne inaugurato a Glouchester nel 1984.
Giocattoli e giochi, viaggi e trasporti, svago e intrattenimento, riviste e giornali, tecnologia e moda, testimonianze di eventi storici come guerre, grandi mostre e occasioni reali: tutto questo e molto di più trova posto nel museo, spostatosi nel 2005 nell’attuale location a Londra. Dai cosmetici Rimmel datati 1890 agli Oxo Cube della I Guerra Mondiale, dalle confezioni dei Mars degli anni ’30 fino alla Chopper Bike degli anni ’70 e oltre, il museo si propone come un vero e proprio viaggio nel tempo, guardando l’ultimo secolo attraverso l’evoluzione del gusto e della sensibilità in fatto di pubblicità e confezioni.