Barba e capelli li paghi col QR Code
Se vuoi fare barba e capelli in un’antica bottega senza usare denaro, bancomat o carta di credito in Trentino puoi. Nel Salone Boschetto di Cavalese, nato nel 1870 e ora alla quinta generazione, accettano anche i bitcoin, i soldi virtuali. Il salone è il primo esercizio commerciale trentino ad adottare questo tipo di pagamento, ma lì vicino, in Alto Adige, i bitcoin li usano anche una pensione e uno studio di consulenza finanziaria indipendente. Hanno una sorta di marchio, “Bitcoin accepted here“. Se in Internet si clicca sopra, si aprono pagine di spiegazione su come ottenere il denaro virtuale (si ‘paga’ con quello vero o si riceve in pagamento), sui rischi per la sicurezza informatica e nel metterci i risparmi, perché il valore di questi soldi digitali fluttua con meccanismi che i non esperti faticano a seguire.
Per i Boschetto parla papà Guido, 55 anni. “Ormai faccio il collaboratore – spiega – e i titolari sono i miei figli, 28 e 30 anni. Al più grande, appassionato d’informatica, è venuta l’idea dei bitcoin. Ha scaricato un programma gratis per il computer del negozio, abbiamo ottenuto il Qr-code (il noto codice a barre bidimensionale, ndr) e siamo a posto. Il cliente che ha i bitcoin può pagarci dal suo telefonino.”
“Ci siamo detti che ci avrebbe messo un po’ in mostra – aggiunge Boschetto – e credo che siamo i primi parrucchieri in Italia, i secondi in Europa, dopo uno in Polonia. Un mese fa in Italia si poteva pagare così in 45 posti, adesso mi pare un centinaio. Magari sarà il futuro.” Anche perché Fed e Bce per ora i bitcoin non li hanno accettati. Resta il fatto che Trento non è nuova a esperimenti di scambio non monetario.
Sugli eventuali rischi nell’usare questa moneta non ufficiale, Guido Boschetto cerca d’informarsi. Ma non è facile. I bitcoin erano nati come sorta di moneta di scambio in Internet, relegati a un mercato nero, e non sono del tutto sopiti i dubbi che la malavita ne faccia uso. Il Procuratore generale di Roma, Luigi Ciampoli, in apertura dell’Anno giudiziario ha posto l’accento sulle “numerose attività di riciclaggio e di conseguente finanziamento di attività che sfruttano sapientemente il settore informatico”. In proposito, ha definito “pericolosissimo” il fenomeno del bitcoin. “Non lo sapevo – commenta Boschetto – ma avevo sentito in tv che era stato usato per compravendite di armi e droga, perché non tracciabile. Non dovrebbero esserci rischi invece se si fa come noi. Se un cliente paga coi bitcoin, e per ora non è ancora accaduto, facciamo la ricevuta in euro, altrimenti non risulterebbe e sarebbe un problema fiscale“.
Fonte: Huffington Post