Quando l’inchiostro digitale è di moda
Continuiamo il nostro approfondimento sugli inchiostri e andiamo ad approfondire quel particolare segmento che riguarda gli inchiostri digitali per tessuti. Ne abbiamo parlato con Andrea Capuzzi, Area Manager di J-Teck3, azienda nata nel 2003 allo scopo di formulare e produrre inchiostri digitali per tecnologia piezo. È un’azienda giovane, dinamica, flessibile ed allegra che, per mezzo di un team di tecnici ed ingegneri specializzati sviluppa inchiostri di nuova generazione per la stampa tessile e grafica.
Oltre agli inchiostri digitali a base acqua, prodotti e formulati nello stabilimento di Albese con Cassano (Como), la gamma completa comprende J-Feeder, sistema di alimentazione per stampanti piezo, e E.P.S. (Equalizing Printing System) , sistema brevettato per stampa diretta bi-facciale su tessuto con l’impiego di tecnologia digitale. Con Andrea Capuzzi abbiamo cercato di approfondire la tematica del mercato e della ricerca e sviluppo che J-Teck 3 sta facendo in questo settore.
“La situazione nel mondo stampa digitale base acqua è abbastanza solida. Questo ci ha permesso, anche negli anni scorsi, di non risentire particolarmente della crisi”, ha spiegato Capuzzi. “Il 95% della produzione di J-Teck3 è focalizzata su inchiostri digitali a base acqua per la stampa sublimatica. La prerogativa principale per noi è che la superficie su cui si trasferisce il colore deve essere fatta in poliestere almeno per il 60%, anche in caso di superfici rigide. Fino a poco tempo fa il nostro mercato era focalizzato sull’abbigliamento sportivo, sulle bandiere e sugli striscioni. Oggi il nostro mercato sta aumentando e soprattutto si sta allargando perché il poliestere viene utilizzato sempre più anche per i capi di abbigliamento non tecnici e inoltre, la sublimazione è un processo di stampa decisamente economico. C’è poi da tenere in considerazione che il poliestere negli ultimi anni sta subendo un processo di trasformazione, migliorandosi progressivamente. Questo porta il mercato della moda, soprattutto i grandi marchi commerciali di grosse catene, ad avvicinarsi a queste fibre sintetiche.”
Parliamo di Ricerca sviluppo. In Italia verso che cosa vi state orientando?
J-Teck come produttore di inchiostri sta cercando di supportare la crescita, sempre più rapida, dei livelli di performance , migliorando la fluidità e la stabilità in fase di stampa. Fino a 5 anni fa la macchina media stampava 10 metri quadrati all’ora e l’inchiostro utilizzato aveva delle determinate caratteristiche. Oggi cheun plotter medio stampa 50 metri quadrati all’ora c’è bisogno di un inchiostro con caratteristiche diverse ed asciugatura rapida.
Lei si occupa sia del mercato italiano che di quello Europeo. Che tipo di differenze riscontra?
L’Italia è un comparto tessile abbigliamento così come lo sono altri Paesi europei come la Spagna, la Franca e la Turchia. Come italiani abbiamo una conoscenza approfondita del settore moda/tessile e anche la maggior parte dei produttori di macchine da stampa. Per contro abbiamo una realtà locale ancora basata su regole e convenzioni vecchio stile, ad esempio nel comasco (che è un’eccellenza italiana nel settore tessile) c’è ancora un’impronta tradizionale e territoriale. In altri stati Europei c’è una mentalità più manageriale e meno territoriale, che sotto certi aspetti, li avvantaggia notevolmente.