Il Direct Mail giusto, al momento giusto, nel posto giusto. E con le armi giuste
Oggi attrarre l’attenzione è una vera e propria corsa contro il tempo: la gente dedica solo pochi secondi a ogni messaggio che riceve e se in quei pochi istanti non scatta qualcosa che induce a guardare sotto la superficie il messaggio ha fallito. E se magari un cartellone pubblicitario può avere, per così dire, una seconda occasione, il direct mail si gioca tutto in un attimo.
Il DM sa che ogni giorno deve andare in guerra. Così si è fatto furbo e ha rinnovato il suo arsenale, per avere sempre nuove armi per completare la sua missione.
1 – Anche se il non indirizzato ha un suo indubbio valore, spesso il DM preferisce conoscere il nome del bersaglio. Attirare l’anonimo è molto meno semplice di quanto non sia farlo con chi si conosce. Se oltre al nome si hanno chiare attitudini e abitudini dell’obbiettivo, allora il compito è ancora più facile.
2- Dato che il tempo per colpire è sempre meno, spesso conoscere il bersaglio non è sufficiente. E se il messaggio deve restare impresso, tanto vale farlo con gli effetti speciali: un’esplosione di colore è esattamente quello che ci vuole, in casi come questo!
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3 – Ci sono obbiettivi più semplici e altri più ostici, che magari bisogna inseguire prima di riuscire finalmente a catturare. La staticità decisamente non aiuta, con queste persone. Un po’ di interazione, per contro, può essere l’arma vincente. QR Code, applicazioni di realtà aumentata, nobilitazioni speciali (profumi, effetti visivi), … l’unico limite è quello imposto dalla creatività.
4 – In certe situazioni l’importante è venire subito al sodo. Perché, dunque, cercare di nascondere la propria natura e svelarla solo progressivamente? Tramite la tattica del self mailing cosa vuole il DM appare subito chiaro, senza dubbi.
5 – Come vanno le varie campagne? In quale settore abbiamo ottenuto i maggiori successi? Dove, invece, le perdite sono state più alte? Quali sono i motivi di tutto ciò? In una certa area abbiamo veramente usato le armi più adeguate o non ci siamo preoccupati della cosa, trovandoci poi impotenti di fronte all’indifferenza dei bersagli? Come un buon generale il DM cerca di avere sempre chiaro il quadro complessivo e di indirizzare le sue forze al meglio. Per farlo ha bisogno di dati, statistiche, rapporti. Solo una volta che li ha in mano può, sulla loro base, pianificare la miglior strategia possibile per il raggiungimento dei nuovi obbiettivi. E più sono esaurienti e completi i dati, migliori saranno le strategie e più grandi i successi raggiunti.
6 – Il DM ha accresciuto e diversificato il suo arsenale, ma questo non vuole affatto dire che abbia abbandonato i buoni, cari, vecchi metodi. Anche oggi l’unione fa la forza. E usare assieme le varie armi a disposizione può dare dei risultati strabilianti, ben al di là delle aspettative.
di Federico Zecchini