Appalti pubblici, Green Public Procurement obbligatorio

Con la legge di stabilità economica 2014, il Green Public Procurement, il dispositivo che identifica le categorie di beni, servizi e lavori su cui intervenire per contenere l’impatto ambientale, diventa obbligatorio. La disposizione mira a introdurre un incentivo per le aziende che partecipano ad appalti pubblici e che sono muniti di sistema di gestione aziendale o di marchio Ecolabel (che certifica la qualità ecologica di “prodotti”, comprensivi di beni e servizi).
La disposizione, inoltre, ha lo scopo di introdurre tra i criteri ambientali di valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa anche quello del costo del ciclo di vita dell’opera, prodotto, o servizio, criterio previsto dalla bozza di nuova direttiva comunitaria sugli appalti pubblici. Oltre a questi aspetti alcuni prodotti dovranno avere un etichetta ecologica tra le quali FSC e PEFC. I criteri degli acquisti sono pubblicati dal ministero dell’Ambiente.

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Le strategie di acquisto della Pubblica Amministrazione tenderanno a premiare quelle aziende che hanno investito in processi di miglioramento della gestione ambientale sia di sistema sia relativa alla certificazione di prodotto.
Attraverso l’adozione dei criteri ambientali, nelle procedure d’acquisto degli enti locali e della Pubblica Amministrazione, verranno definiti dei criteri di sostenibilità ambientale, permettendo così di sostituire i prodotti e i servizi esistenti con altri che hanno un minore impatto sull’ambiente lungo il loro ciclo di vita e che sono pertanto capaci di:

  • ridurre il prelievo delle risorse naturali;
  • sostituire le fonti energetiche non rinnovabili con quelle rinnovabili;
  • ridurre la produzione di rifiuti, le emissioni inquinanti, i pericoli e i rischi ambientali.

Di GPP se ne comincia a parlare circa 5 anni fa quando un Decreto Interministeriale (n.135 dell’11 aprile del 2008) tracciando le linee del piano nazionale inerente il Green Public Procurement, identificava le categorie di beni, servizi e lavori su cui intervenire per contenere l’impatto ambientale. Con successivi provvedimenti (che si possono trovare sul sito del ministero dell’ambiente) sono state definiti i criteri ambientali “minimi” per gli acquisti relativi a ciascuna delle seguenti “categorie merceologiche”.

  • carta
  • cartucce per stampanti
  • arredi
  • edilizia
  • gestione dei rifiuti;
  • servizi urbani e al territorio;
  • servizi energetici (illuminazione, riscaldamento e raffrescamento degli edifici);
  • illuminazione pubblica e segnaletica luminosa);
  • elettronica;
  • trasporti (mezzi e servizi di trasporto, Sistemi di mobilità sostenibile);
  • tessili.