La detrazione “salva cultura” di Assocarta
Sulla questione IVA parificata per libri cartacei (che attualmente pagano il 4% di imposte) e E-book (22%) (che ha avuto una grande eco attraverso la campagna social #unlibroèunlibro) interviene anche Assocarta. L’Associazione, che aggrega, rappresenta e tutela le aziende che producono in Italia carta, cartoni e paste per carta, osserva il problema da un altro punto di vista, proponendo una “detrazione salva cultura”, la possibilità, cioè, di poter inserire nella propria dichiarazione dei redditi le spese per l’acquisto di libri, riviste e giornali.
“Certo che un libro è un libro” afferma Massimo Medugno, Direttore Generale di Assocarta “ma più che lavorare sulla natura cartacea o digitale si dovrebbe riflettere sul fatto che il 57% di italiani non leggono nemmeno un libro all’anno. Questa è la vera emergenza culturale da affrontare: estendere il mercato dei lettori invitando alla lettura attraverso l’introduzione di una detrazione “salva cultura” nella dichiarazione dei redditi delle spese per l’acquisto di libri, riviste e giornali”.
Questo il commento di Massimo Medugno a margine delle recenti conclusioni del Consiglio europeo dei Ministri della Cultura UE.
“Una detrazione “salva cultura” sulla falsariga del meccanismo individuato per le spese veterinarie o sportive” spiega Medugno "Non credo che nessuno possa mettere in dubbio che la diffusione della cultura debba essere sullo stesso livello delle cure per animali o dell’attività sportiva. Uno strumento facile” precisa ancora “conosciuto da tutti e ben sperimentato che costerebbe poco all’erario e sarebbe subito recuperato dal maggior acquisto di libri”.
La filiera industriale che si snoda attorno al mondo della carta e della grafica ha testa e piedi in Italia dove genera un fatturato che supera i 23 miliardi di Euro pari all’1,5 del PIL italiano. Un risultato ottenuto da più di 20mila aziende rappresentate dalla Federazione della Filiera della Carta e della Grafica (produttori e i trasformatori di carta e cartone, imprese grafiche e cartotecniche, aziende costruttrici di macchine) che danno lavoro ad oltre 185mila addetti.
La campagna “un libro è un libro” per ora sembra comunque avere smosso qualsosa, tanto che la tassazione sui libri digitali dovrebbe scendere dal 22% al 4%.
La riduzione è frutto di un emendamento presentato dal ministro Franceschini alla commissione bilancio che stava discutendo la Legge di stabilità.
Un emendamento accolto con favore da tutte le forze politiche, ed è bastata l’aggiunta di nemmeno due righe ad una Legge per far scendere la tassazione dei libri elettronici: “sono da considerarsi libri tutte le pubblicazioni identificate da codice ISBN e veicolate attraverso qualsiasi supporto fisico o tramite mezzi di comunicazione elettronica”.