Siete pronti a giocare a card scoperte?
Il mondo delle carte plastiche è qualcosa che ci portiamo sempre appresso: basta infatti aprire il portafoglio per trovarne di tutti i tipi. Carte di credito, tessere fedeltà, tessere identificative, patenti di guida sono solo alcune delle tipologie di card che sono parte integrante della nostra vita. Ma qual è il ciclo di vita di una card? Come viene prodotta? Quali tecnologie e scelte vanno fatte durante la sua creazione?
Partiamo dalle tipologie. Le card si possono suddividere in quattro grandi famiglie: neutre, a banda magnetica, a chip, contactless RFID. Questa divisione sancisce in sostanza qual è il loro scopo. Le tessere neutre sono quelle che non contengono alcun tipo di tecnologia, destinate principalmente a diventare tessere di riconoscimento e simili. Le card a banda cominciano ad avere un certo grado di tecnologia e portano con sé piccole quantità di dati: un badge leggibile da una strumento di riconoscimento è un classico esempio di questa tipologia. Con la terza famiglia, quella a chip, si entra fra le card ad alto contenuto tecnologico: il chip è a vista e le aree applicative sono molteplici, quali ad esempio carte di credito. L’ultimo gruppo è quello contactless RFID, attualmente il top tecnologico, capaci di immagazzinare grandi quantità di dati garantendo alta sicurezza grazie al chip nascosto.
A qualunque gruppo appartengano, comunque, ci sono degli elementi standard. Le dimensioni sono 86×54 mm, mentre lo spessore può variare a seconda delle esigenze da 0,4 mm a 0,76 mm. Esistono anche tessere che vanno oltre questi standard o che sono a tecnologia mista (chip + banda, ad esempio).
Principalmente le card vengono realizzate in PVC, apprezzato per la sua flessibilità e per le molteplici applicazioni realizzabili. Altri materiali sono PET e PET-G (a basso impatto ambientale e ideali per lavorazioni che prevedono la laminazione), il polistirolo (apprezzato per i bassi costi) e addirittura legname.
Venendo a parlare delle tecnologie di stampa utilizzate, sono diversi i metodi usati per le card. La stampa termografica viene utilizzata solitamente per la produzione di dati variabili o di piccole tirature di stampa. È economica ma non ha la qualità edge to edge delle altre tipologie di stampa. La stampa retransfer è utilizzata per la produzione di piccole tirature o per la sovrastampa di carte tecnologiche, è di ottima qualità, resistenza e velocità (consente in poche ore di produrre piccoli lotti di card), ma più costosa della stampa termografica. La stampa offset viene utilizzata per lavori di almeno diverse centinaia di card in quanto suo medi e grandi volumi diventa molto economica. Per le tirature più limitate viene invece preferita la stampa digitale, che permette anche la stampa a dati variabili. La stampa serigrafica, infine, è quella che viene usata per l’aggiunta di effetti particolari come ad esempio il glitter, il metalizzato/perlescente, il pannello firma e l’UV.