Federazione della Filiera della Carta e della Grafica: cambio ai vertici e tavola rotonda

Sarà Pietro Lironi, amministratore delegato di Goglio Cofibox a guidare la Federazione della Filiera della Carta e della Grafica nei prossimi anni. L’annuncio è stato dato in occasione dell’Assemblea pubblica della Federazione, che rappresenta i comparti industriali di Assografici (grafica e cartotecnica), Assocarta (carta) e Acimga (macchine per la grafica e cartotecnica) e associa più di 20.000 aziende, con circa 175.000 addetti e un fatturato di oltre 23 miliardi di euro pari all’1,4% del PIL italiano.

Giunto al termine del suo mandato, Paolo Culicchi, Presidente uscente della Federazione, si è congedato accennando all’impegnativo percorso che si apre ora per la Federazione nell’ottemperare agli obiettivi previsti dalla Riforma Pesenti di Confindustria e agli sviluppi che necessariamente scaturiranno per Assografici e Assocarta in termini di evoluzione strutturale dell’organizzazione. Il neoeletto Presidente della Federazione e di Assografici ha raccolto il testimone, impegnandosi per un approccio trasparente e condiviso nella gestione del processo di costruzione del progetto federativo: “Vogliamo e dobbiamo creare interesse nei nostri associati e in tutti i nostri referenti con l’obiettivo comune di far acquisire alla Federazione un’importanza crescente sia a livello nazionale che a livello internazionale”, ha dichiarato Pietro Lironi.

L’incontro è proseguito con l’intervento di Alessandro Nova, professore associato dell’Università Bocconi, che ha fornito una serie di dati economici di scenario di lungo periodo, sia europei che italiani. “La notizia positiva è che a partire dal 2013 il PIL relativo alle nostre filiere di riferimento ha cominciato a migliorare, correggendo l’andamento negativo e arrivando, all’inizio del 2014, a far segnare una crescita nel segno positivo. Questo trend di crescita positiva del PIL è destinato a proseguire, ma con un ritmo particolarmente lento, a causa di alcuni elementi di svantaggio che penalizzano il nostro Paese, quali una domanda interna ridotta e una propensione di spesa e di investimento rallentata da una pressione fiscale troppo elevata. Per quanto riguarda la produzione industriale, l’andamento è più complesso e molti comparti – quello della stampa in primis – permangono in una situazione di difficoltà”, ha spiegato Nova, che ha voluto così enfatizzare il collegamento tra l’andamento del prodotto interno lordo e la dinamica dei consumi totali delle famiglie e in particolare quelli di libri e giornali per introdurre la proposta del “bonus lettura” formulata dalla Federazione.

Il “bonus lettura” nasce proprio da questa premessa collegata ai dati Istat, che stimano in oltre 800 mila le persone uscite dal mercato della lettura di libri nel 2014, e ai dati Audipress, secondo cui nel 2013 hanno smesso di leggere abitualmente un quotidiano 1,9 milioni di persone e un periodico 3,6 milioni di persone, nonché dalla considerazione che in Italia oltre la metà della popolazione legge meno di un libro all’anno. Si tratta di un bonus composto da un ‘buono di spesa’ da attribuirsi a tutti i giovani di età compresa tra 18 e 25 anni che avrebbero la possibilità di acquistare libri, giornali o abbonamenti a riviste o quotidiani pagando soltanto il 25% del prezzo di copertina, mentre il rimanente 75% verrebbe pagato dallo Stato, fino a un livello del contributo pubblico pari a 100 Euro a testa.

Partendo da questo scenario Andrea Kerbaker, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha coordinato la successiva tavola rotonda per raccogliere il punto di vista di Antonio Calabrò, responsabile Cultura di Confindustria e Consigliere Delegato della Fondazione Pirelli; Salvatore Carrubba, giornalista e scrittore; Stefano Salis, giornalista del Sole 24 Ore; ed Emanuela Scarpellini, docente dell’Università degli Studi di Milano, sia sulla situazione delineata da Nova, sia sul “bonus lettura”. Nei due giri di tavolo che si sono susseguiti è emersa l’assoluta condivisione dei dati sullo stato di arretratezza culturale dell’Italia, non solo in termini di tassi di lettura, ma di deficit di consumo culturale generale. La storia dei consumi in Italia insegna che due sono i fattori fondamentali per un aumento del consumo di libri: la crescita economica e l’aumento del livello di istruzione. Anche per quanto riguarda l’impresa, è stato evidenziato il ruolo fondamentale che essa può svolgere nel supportare la crescita culturale del Paese, step indispensabile per garantire qualità al sistema e all’impresa stessa: la crescita imprenditoriale è strettamente connessa alla crescita culturale. 

La proposta del “bonus lettura” ha raccolto valutazioni positive da parte di tutti i partecipanti alla tavola rotonda, insieme a qualche suggerimento rispetto al target di riferimento: la fruizione del bonus dovrebbe essere allargata anche ai meno giovani, che registrano consumi culturali interessanti e suscettibili di ulteriore sviluppo, e alle donne, che già oggi leggono più degli uomini e il cui mercato può essere ulteriormente allargato grazie a politiche mirate. Molta enfasi è stata data, in generale, alla qualità di ciò che viene pubblicato, un tema che ha visto i partecipanti concordare sull’esigenza di configurare una razionalizzazione produttiva e un ripensamento del modello distributivo attuale.