Green Economy, collegato ambientale e CAM
La Legge 28 dicembre 2015, n. 221, recante “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali” (c.d. “Collegato Ambientale” alla Legge di stabilità 2016), in vigore dal 2 febbraio, pubblicata nella G.U. n.13 del 18.1.2016, prevede significative modifiche al vigente Codice dei contratti pubblici volte ad agevolare il ricorso agli appalti verdi e l’applicazione di criteri ambientali minimi (CAM) nei contratti pubblici. La legge prevede che il Green Public Procurement diventi obbligatorio. Nello specifico, prevede che vengano adottati i Criteri Ambientali Minimi previsti dal Piano d’Azione Nazionale per il Green Public Procurement per il 100% degli acquisti di beni e servizi che impattano sui consumi energetici e le emissioni di CO2 (attrezzature elettroniche, servizi energetici, illuminazione pubblica, IT, ecc.) e per il 50% degli altri acquisti delle altre categorie merceologiche e servizi per i quali i criteri ambientali minimi sono stati approvati o verranno in futuro approvati o aggiornati. Il Collegato ambientale prevede anche misure per incentivare l’adozione delle certificazioni di prodotto (come ad es. Ecolabel, PEFC, Plastica Seconda Vita) o di sistema (come ISO14001/EMAS). Infine la Legge 221/2015 interviene sugli elementi di valutazione dell’offerta tecnica nel quadro del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, mediante l’implementazione del “Life Cycle Costing” e di nuovi criteri “verdi” valorizzabili in sede di attribuzione dei punteggi.
Dunque il “Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione" (ossia il cosiddetto PAN GPP) ha previsto che il Ministero dell’Ambiente definisca i “Criteri Ambientali Minimi” (CAM), i quali rappresentano il punto di riferimento a livello nazionale in materia di acquisti pubblici verdi e che sono utilizzati dalle stazioni appaltanti, per consentire al Piano d’azione sul Green Public Procurement di massimizzare i benefici ambientali ed economici. Il termine Green Public Procurement (GPP) o Appalti Verdi indica l’insieme degli strumenti giuridici volti a promuovere la graduale integrazione degli interessi ambientali nella disciplina legislativa degli appalti pubblici. Si fa sostanziale riferimento alla Strategia europea per l’economia circolare che prevede un ruolo fondamentale per le Pubbliche Amministrazioni nella promozione dell’eco-innovazione di prodotti e servizi e nell’incremento del riutilizzo dei materiali attraverso le pratiche di acquisto pubblico verde. L’Italia ha adottato un Piano d’Azione Nazionale per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione con decreto del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare dell’11 aprile del 2008 (revisionato con Dm del 10 aprile 2013), ossia il c.d. PAN GPP. In particolare, il PAN GPP, fornisce un quadro generale sul Green Public Procurement, definisce degli obiettivi nazionali, identifica le categorie di beni, servizi e lavori di intervento prioritarie per gli impatti ambientali e i volumi di spesa, su cui definire i “Criteri Ambientali Minimi” (c.d. CAM), i quali sono organizzati per settore.
L’UE definisce quindi il GPP (Acquisti Verdi) come il processo tramite cui le Pubbliche Amministrazioni “cercano di ottenere beni e servizi con un ridotto impatto ambientale lungo il loro intero ciclo di vita rispetto a beni, servizi e opere con la stessa funzione che tuttavia non rispondono agli stessi requisiti ambientali”. Se nel 2008 la comunicazione “Appalti pubblici per un ambiente migliore” aveva fissato obiettivi specifici per i GPP stabilendo misure di sostegno all’attuazione del programma, la strategia Europa 2020 ha individuato negli appalti pubblici “uno dei principali strumenti per conseguire una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva”. Gli Acquisti Verdi (GPP) sono oggi obbligatori in Italia con l’emanazione della Legge 221/2015 (del 28 dicembre 2015) “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali” meglio conosciuta come “Collegato ambientale” (GU Serie Generale n.13 del 18-1-2016) ed in vigore dal 2 febbraio 2016, è prevista l’obbligatorietà del GPP per le stazioni appaltanti italiane.