Il Calendario Epson 2017 è “Senza Confini”
"Senza Confini" è il titolo del Calendario Epson 2017: firmato da Andrea Pistolesi, fotografo specializzato in reportage geografici e sociali, è composto da 12 fotografie di paesaggio scattate spesso in aree geografiche estreme dove i luoghi sono esposti alla forza degli elementi e nei quali l'uomo, seppure non protagonista, riveste anch'esso un ruolo.
Il titolo sintetizza in maniera eccellente il modo di leggere il paesaggio di Pistolesi che non cerca l'estetica fine a se stessa ma, come un moderno esploratore che si muove in un mondo ormai già conosciuto, cerca nuovi confini dove i territori da esplorare sono altri, quelli della natura che si esprime in maniera dirompente o quelli in cui l'uomo, quando appare, non è mai una presenza incoerente, anzi diventa un elemento necessario per definire un nuovo e diverso equilibrio.
Il Calendario è il risultato di un lavoro di attenta selezione delle immagini sino a definire in modo sempre più accurato il concept, nato da un'idea che Pistolesi coltivava già da anni: le "ultime frontiere". A questo si è aggiunta la scelta del formato panoramico, prima creato su pellicola nel formato della Hasselblad XPan e poi in digitale con la tecnica di fusione di più immagini. La scelta, partita da oltre 120 scatti, è giunta alle 12 immagini finali, dopo una complessa selezione che ha tenuto conto di numerosi criteri formali come contenuto, coerenza, taglio sino, non ultimo, al gusto personale.
La storia della creazione del Calendario, dalla scelta delle fotografie al risultato finale, quest'anno, per la prima volta, sarà protagonista di un libro "Calendario Epson 2017", voluto e realizzato da Andrea Pistolesi, in collaborazione con Epson, che ne racconta il processo di creazione, dalla scelta delle immagini alla produzione artigianale. Il libro è disponibile in versione elettronica e stampa on demand.
"Per arrivare alla creazione del Calendario Epson 2017 ci sono voluti mesi", ha dichiarato Massimo Pizzocri, amministratore delegato di Epson Italia, "e la partecipazione di molte persone, ma siamo estremamente soddisfatti e orgogliosi del risultato ottenuto. Questo lavoro ci ha posto anche una sfida tecnica, quella del formato panoramico che Andrea ha fortemente voluto e che ci è sembrata l'unica visione possibile per queste meravigliose immagini. Una prospettiva ampia, per offrire a tutti noi una sorprendente visione sui confini del nostro mondo, dove Andrea ha voluto condurci con il suo viaggio."
Con Epson ogni anno è un capolavoro.
Anche quest'anno il Calendario Epson è un vero e proprio pezzo da collezione: la tiratura è limitata a sole 800 copie numerate, realizzate a mano con pazienza, sapienza ed elevata precisione, incollando le singole immagini prodotte con stampanti, carte fine art ed inchiostri Epson.
Prima di Andrea Pistolesi, diversi grandi fotografi hanno firmato le edizioni precedenti del Calendario Epson. Dal 2001: Giorgio Lotti, Franco Fontana, Mario De Biasi, Giovanni Gastel, Mimmo Jodice, Ferdinando Scianna, Gian Paolo Barbieri, Gianni Berengo Gardin, Massimo Vitali, Vittorio Storaro, Gabriele Basilico, Maurizio Galimberti, Stefano Unterthiner, Luca Campigotto, Renato Marcialis e Francesco Radino.
Andrea Pistolesi, un viaggiatore che fotografa
Andrea Pistolesi ama definirsi un viaggiatore che fotografa piuttosto che un fotografo che viaggia, anche se il tempo ha cambiato molto questa idea originale. Dopo gli studi di geografia ha pubblicato reportage sulle più importanti riviste italiane e internazionali e numerosi libri monografici. Un lavoro di oltre dieci anni sulle maggiori religioni del mondo ha avuto come frutto oltre sei libri. Il suo stile compositivo, fortemente influenzato dalle origini fiorentine, è coniugato con una scrittura personale delle luci naturali. Uno dei primi utilizzatori delle tecnologie digitali (già nel 1998 pubblicò il libro "Back In Town" dedicato alle prime sperimentazioni) fa dell'uso del colore uno dei suoi caratteri più personali. È un entusiasta sostenitore della stampa fine art digitale (è stato uno dei primi autori Digigraphie) che ha definito, insieme alla nuova tecnica in generale, la "riconquista della camera oscura per il fotografo del colore".